Da sinistra il procuratore aggiunto Gaetano Paci, il procuratore capo, Federico Cafiero de Raho ed il questore Raffaele Grassi (foto LaPresse)

Chi sarà il nuovo procuratore nazionale antimafia

Massimo Bordin

Le principali caselle per la gestione del contrasto alla criminalità organizzata vedono le quotazioni del partito, se così si può dire, dell’antimafia palermitana in netto ribasso a palazzo dei marescialli

Con ogni probabilità Federico Cafiero de Raho, procuratore uscente a Reggio Calabria sarà il nuovo procuratore nazionale antimafia. “Scarpinato non ce la farà” titolava ieri il Fatto, sopra un articolo nel quale si teneva a notare in conclusione come il procuratore generale palermitano avesse primeggiato nelle audizioni “per analisi e progettualità” ma il voto del consiglio superiore sarebbe rimasto a favore dell’altro candidato che, in una votazione di due mesi fa si era visto superare, nella scelta del nuovo procuratore di Napoli, da Giovanni Melillo, capo di gabinetto del ministro Orlando. Anche allora c’erano state forti rimostranze del quotidiano diretto da Marco Travaglio che in quel caso si era schierato per la candidatura del dottore Cafiero. Se consideriamo anche la procura di Palermo, dove Francesco Lo Voi, tre anni fa, fu preferito dal Csm a Guido Lo Forte, sostenuto dalla procura antimafia palermitana, si può concludere che le principali caselle per la gestione del contrasto alla mafia vedono le quotazioni del partito, se così si può dire, dell’antimafia palermitana in netto ribasso a palazzo dei marescialli. Si può parlare di una profonda crisi di autorevolezza e non si può negare che gli eletti dal consiglio abbiano un curriculum del tutto adeguato a svolgere il compito affidato loro, come Lo Voi ha peraltro già dimostrato. Per molti versi la situazione è inedita e spiega l’attivismo contrapposto della commissione antimafia di Rosi Bindi e Beppe Lumia. Più difficili da spiegare invece le posizioni recenti del ministro Orlando.