Carmelo Zuccaro. Foto LaPresse / Roberto Monaldo

Sulle Ong Zuccaro si muove dentro una bolla mediatica

Massimo Bordin

A parte la richiesta di fondi, perché alimentare la bolla? C’entra la situazione politica del nostro paese

Alla fine i famosi documenti dei servizi non c’erano e le documentazioni di Frontex sono inutilizzabili dal procuratore capo di Catania per un motivo semplicissimo: a tutto concedere, il reato di violazione delle acque territoriali libiche non è ovviamente perseguibile da una procura italiana. Si potrebbe mettere in piedi una inchiesta basata sul favoreggiamento nel reato di immigrazione clandestina ma è lo stesso procuratore ad ammettere di non avere uno straccio di prova. Infatti non c’è nessuna inchiesta. Occorrerebbe dotare la procura di uomini in quantità e supporti tecnologici di qualità per le investigazioni. In sostanza, oltre a bussare a quattrini, il dottore Zuccaro ha di fatto ammesso di essersi mosso dentro una bolla mediatica, navigando su ipotesi, sospetti e qualche fotografia dall’alto. Il resto sono considerazioni sul numero massimo degli immigrati da accogliere, la cui fissazione non compete ai procuratori e men che meno compete loro l’analisi dei rapporti politici fra Italia e Libia. Allora, a parte la richiesta di fondi, perché alimentare la bolla? L’ipotesi che c’entri la situazione politica del nostro paese è plausibile. Il grande rivolgimento politico annunciato dai sondaggi sta determinando il noto di affollamento sul carro del vincitore. Affluiscono politologi, manager, costituzionalisti e non parliamo poi dei giornalisti, come al solito. Logico che anche alcuni magistrati si mettano in fila. Non c’è bisogno di candidarsi. Basta aspettare il governo pentastellato che sarà, se vincono, un governo di “tecnici” molto più di quelli che abbiamo già visto. Il dottore Zuccaro è ben posizionato. Suo malgrado, naturalmente.

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