Il parlamentare del Partito Democratico, Roberto Speranza (foto LaPresse)

La bizzarra riunione dei tre candidati alla segreteria in un congresso non convocato

Massimo Bordin

Nessuno di loro, singolarmente preso, ha la minima chance di vincere

La scissione del Pd è ormai data per sicura ma succedono cose che definire bizzarre sarebbe una approssimazione per difetto alla realtà. Per esempio la riunione convocata sabato mattina da tre candidati alla segreteria in un congresso o in primarie che ancora nessuno ha convocato. Si potrebbe capire se un oppositore di Renzi indicesse una assemblea per lanciare la sua sfida. Qua invece si assisterà a una singolare performance di tre esponenti del Pd che diranno ai presenti quanto sia necessario, ma anche difficile, trovare una alternativa all'attuale segretario e infatti loro non ci sono ancora riusciti e si presentano in tre, come i famosi tenori. Per di più è evidente a tutti come nessuno di loro, singolarmente preso, abbia la minima chance di vincere. Va considerato però che tutto era nato per altri scopi. La volata lunga verso la segreteria del governatore toscano Enrico Rossi aveva come fine più che trasparente il posizionamento, una volta ritirata quella autocandidatura, per una assai più sicura al prossimo parlamento europeo. La candidatura di Roberto Speranza era per i bersaniani il modo di ottenere qualche candidato in più alle prossime elezioni politiche. Non era la spada di Brenno ma, insomma, questo avevano. Quanto a Michele Emiliano l'obiettivo era la ricerca di una caratura di politico nazionale che ancora gli manca. Le loro mosse hanno invece finito per contribuire al caos che probabilmente priverà di senso i loro obiettivi.