Beppe Grillo (foto LaPresse)

Grillo alla prova Berlusconi-Prodi

Massimo Bordin

Si addita il comico come un pericolo per la democrazia – e argomenti in materia non mancherebbero – addebitandogli una intervista al Journal du Dimanche

Sembra inarrestabile la marcia di Grillo. Ieri nello spazio di una manciata di ore, fra mattina e primo pomeriggio, è riuscito a ribaltare gli attacchi apparentemente insidiosi che gli arrivavano dalla grande stampa. Siccome il personaggio è quello che è e le sue argomentazioni sono sempre sconclusionate, non resta che prendere atto di un fenomeno che la storia ogni tanto produce. Si può forse definire suicidio di un ceto dirigente attraverso i suoi mezzi di comunicazione. Si addita Grillo come un pericolo per la democrazia – e argomenti in materia non mancherebbero – addebitandogli una intervista al Journal du Dimanche in cui sostiene confusamente che non è un male che Vladimir Putin e Donald Trump possano dialogare, aggiungendo che in ogni caso non si può continuare a sanzionare la Russia. Grillo, che non è un’aquila, alle prime critiche si era impaurito e aveva affastellato una penosa marcia indietro. Solo che ieri sono uscite due interviste di Prodi e Berlusconi dove, con maggiore ordine e raziocinio, in materia venivano esposti da entrambi, grosso modo, gli stessi suoi concetti. Impossibile per il governo Gentiloni-Alfano usare quell’intervista come spunto polemico. Non era imprevedibile. Così come non è stata illogica la reazione grillina a un retroscena di Repubblica che ieri mattina adombrava un’alleanza fra il M5s e il duo Salvini-Meloni. Facile per Grillo lo stentoreo “Noi non ci alleiamo con nessuno. Noi siamo diversi!”, scontata la soddisfazione della sua base elettorale. Sarebbero pazzi a fare un accordo prima del voto.

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