Matteo Renzi (foto LaPresse)

La svolta autoritaria di Renzi secondo Bonsanti

Massimo Bordin

“Ci hanno riso dietro, adesso abbiamo vinto”. Il titolo di ieri sul Fatto quotidiano, sintetizzando un famoso aforisma di Gandhi, riassume fedelmente il senso del breve articolo di Sandra Bonsanti

“Ci hanno riso dietro, adesso abbiamo vinto”. Il titolo di ieri sul Fatto quotidiano, sintetizzando un famoso aforisma di Gandhi, riassume fedelmente il senso del breve articolo di Sandra Bonsanti. Un bollettino di vittoria della giornalista animatrice dell'associazione “Libertà e Giustizia”, nata sotto l’alto patrocinio del principe Gustavo Zagrebelsky. In particolare Bonsanti ricorda polemicamente le ironie, alcune delle quali sfioravano il dileggio, che accolsero un comunicato della associazione – nel momento in cui si votava in parlamento la riforma costituzionale – intitolato “Verso la svolta autoritaria”. Una impostazione che a molti parve eccessiva. Ora il risultato del referendum consente a Bonsanti di poter dire che quei molti si sono rivelati lontani dall'essere abbastanza. Poco da obiettare su questo aspetto, anche se quel comunicato più che per il titolo si prestava alla critica per il contenuto, giacché vi si invitava il presidente della Repubblica a bloccare, in nome della difesa della Costituzione, il Parlamento mentre stava votando una legge. Sarebbe stato un intervento ancor più che anti costituzionale, addirittura eversivo. Comunque la svolta autoritaria temuta è stata vanificata dal voto di Bonsanti, e tanti altri, come Grillo, Salvini e “Forza Nuova”, che l’ha denunciata con appositi manifesti. Resta però in campo l’aspirante autocrate che ora viene additato per due nuovi gesti di chiara marca autoritaria, come segnala ironicamente Mattia Feltri su Twitter. Renzi infatti per prima cosa si è dimesso e ora pretende che si vada ad elezioni. Incorreggibile.

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