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editoriali

Istruzioni per riscrivere il ddl Zan

Redazione

Più liberalismo, meno ideologia: così si rende efficace la lotta alle discriminazioni

Gianni Cuperlo e Luigi Manconi, in un interessante intervento su Repubblica, avanzano proposte di miglioramento e precisazione della legge contro le discriminazioni e le violenze nei confronti di omosessuali e transessuali che è stata congelata per sei mesi dal voto del Senato. Si può discutere se sia più opportuno ripartire dal testo presentato da Alessandro Zan, che non potrà essere discusso prima della prossima primavera, o se partire da un testo diverso, ma questa, per quanto rilevante, è una questione procedurale e di opportunità. Nel merito, invece, è apprezzabile l’intenzione di rafforzare gli elementi liberali della legge, emendando o trasformando quelli che invece appaiono impositivi e ideologici. Gli autori si domandano, per esempio, se non sia meglio abolire del tutto la norma che delimita la libertà di espressione, considerata “eccessivamente riduttiva rispetto alla molteplicità di espressioni in cui si può declinare  la libertà di manifestazione del pensiero”.

Quello che conta di più è l’intento di trarre dalla sconfitta subita al Senato le ragioni per una precisazione e un miglioramento in senso liberale delle norme, invece che un rancoroso spirito di rivincita, che sarebbe con ogni probabilità destinato all’insuccesso. Il punto non è quello di “salvare il soldato Zan”, che è finito impaludato a causa della sua intransigenza, ma di raccogliere il consenso più ampio possibile su un’affermazione di principio (non ideologica) a favore della libertà dei comportamenti leciti che non possono essere sottoposti a forme più o meno violente di oppressione e di discriminazione. Se, come ha affermato anche la gran parte di chi si è opposto alla specifica formulazione della legge, questo principio è condiviso, si tratta solo di trovare la strada per trasferirlo in un testo di legge limpido, univoco non soggetto a interpretazioni variabili, il che è particolarmente necessario in materia penale, ma efficace.

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