Giuseppe Conte (foto LaPresse)

L'annuncismo del governo

Roberto Maroni

Gli Stati Generali voluti da Palazzo Chigi si sono conclusi. E ora cosa resta?

Gli Stati Generali voluti da Palazzo Chigi si sono conclusi. E ora cosa resta? Concretezza poca, tanti annunci e altrettante smentite. Dalla cassa integrazione che ancora non arriva alla riduzione dell’Iva, annunciata con clamore da Conte e poi smentita dallo stesso premier. Un secolo fa Lenin scrisse un saggio sull’estremismo, “malattia infantile del comunismo”. Una critica a chi considerava i princìpi rivoluzionari come un dogma piuttosto che come una “guida all’azione”. La storia in qualche modo si ripete. Anche oggi ci manca questa “guida all’azione”, sovrastati come siamo ogni giorno dagli annunci. Osservando la politica nostrana mi viene spontaneo parafrasare il saggio leninista: l’annuncio continuo di cose che non saranno poi concretamente realizzate è sintomo di “annuncismo”, malattia infantile del presenzialismo. Il risultato dell’annuncismo è sempre negativo: crei aspettative che poi spesso andranno deluse e informi in anticipo i tuoi avversari delle mosse che vorresti fare, dando loro il tempo di preparare le contromisure. Oggi pare proprio dimenticata l’antica saggezza tattica descritta in modo mirabile da Sun Tzu ne “L’arte della guerra”: per vincere le battaglie devi essere rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco. Tutto il contrario dell’annuncismo dei tempi nostri. Se continua così mi sa che dovrò dare un seguito al mio libro “Il rito ambrosiano, per una politica della concretezza”. Dopo Sun Tzu e Lenin? Già, perché no? Stay tuned.

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