bandiera bianca

Che cosa ci dicono le elezioni in Sardegna dell'allarme "dittatura"

Antonio Gurrado

Leggiamo i giornali e scopriamo che, di fianco a un’Italia schiacciata dallo stivale di un regime di manganellatori e censori, c’è un'isola abitata da un milione e mezzo di Michele Murge

Gli italiani, fascisti antifascisti. Nel secondo dopoguerra, la celebre battuta di Churchill era stata illustrata da Guareschi con una vignetta in cui, dall’alto di una mongolfiera, si scorgevano due Italie perfettamente identiche una di fianco all’altra: quella con quarantacinque milioni di fascisti e quella con quarantacinque milioni di antifascisti. Oggi, più modestamente, guardiamo la cartina e scopriamo che – di fianco a un’Italia che alcuni giornali descrivono impietosamente schiacciata dallo stivale di un regime di manganellatori e censori – c’è una Sardegna descritta come se fosse abitata da un milione e mezzo di Michele Murge.

  

La singolare circostanza può avere tre possibili significati. O, senza che ce ne siamo accorti, la Sardegna si è dichiarata indipendente zitta zitta qualche tempo fa, e così facendo si è mantenuta immune alla deriva orbaniana del resto d’Italia, elevandosi anzi a ultimo ricetto della resistenza. Oppure questo presunto regime fa acqua da tutte le parti, è talmente disorganizzato da non riuscire nemmeno a continuare a governare dove già governava; è talmente concentrato sul monopolizzare le direzioni museali da dimenticarsi di truccare le elezioni. O, infine, l’allarme dittatura di quei giornali è fortemente esagerato, trattandosi di un curioso caso di regime, per rovesciare il quale basta recarsi alle urne e votare per qualcun altro.