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Bandiera bianca

Il paternalismo illiberale della "doggy bag" obbligatoria

Antonio Gurrado

Un tempo Forza Italia era il partito che voleva portare avanti la gloriosa tradizione liberale; adesso vuole rendere obbligatoria la busta degli avanzi a suon di multe

Non ci sono dubbi che la doggy bag – la sportina con dentro gli avanzi del ristorante da portarsi a casa – sia un atto di buon senso, come ha sostenuto l’onorevole di Forza Italia Giandiego Gatta, presentando una proposta di legge per renderla obbligatoria. Essendo pugliese come lui so che dalle nostre parti usa dire che il cibo sprecato è “un peccato di Cristo”, ossia una mancanza talmente grave da far soffrire intensamente Nostro Signore; ed essendo tutti adulti sappiamo anche che, se si ordina un piatto al ristorante, è bene poi mangiarlo.

 

Il problema della proposta di legge sta però nel destinatario e nello spirito.

Nel destinatario, perché la multa di 125 euro viene comminata ai ristoratori che non forniscono contenitori per l’asporto del cibo avanzato; quando invece dovrebbe caso mai essere inflitta ai clienti avidi e inconsapevoli, che ordinano più di quel che riescono a ingurgitare.

Nello spirito, perché imporre la doggy bag sembra un atto paternalistico come quello dei genitori un po’ sadici che fanno trovare per colazione ai figli le verdure che hanno scartato facendo i capricci la sera prima. Un tempo Forza Italia era il partito che voleva portare avanti la gloriosa tradizione liberale; adesso vuole rendere obbligatorio il buon senso a suon di multe.

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