Il Bar Valdagno, in via Forze Armate a Milano dove è stato venduto il primo biglietto della Lotteria Italia. Foto Ansa 

Bandiera Bianca

La lotteria Italia è la migliore metafora della nostra nazione

Antonio Gurrado

Il nostro è un paese nel quale la sorte conta più dell'impegno, del talento e del famigerato merito. Pescare il biglietto giusto è l'unico modo per vincere: sia nella vita che alla lotteria

Modesta proposta: visto che è un marchio di comprovato successo, utilizziamo Lotteria Italia come nuovo nome della nostra nazione, come rinnovata ragione sociale della patria. In fondo cos’è la Lotteria Italia, quella di cui si è appena consumata l’estrazione? Un’ordalia per cui, se vivi a Baggio e vai allo stesso bar, diventi ricco se prendi il biglietto F306831, mentre resti povero e ti arrangi se compri un minuto prima il biglietto F306830 o un minuto dopo il biglietto F306832.

C’è forse migliore metafora per la nostra nazione? E allora cambiamo nome: così potremo finalmente dire che in Lotteria Italia vinci se nasci di buona famiglia, altrimenti ti arrangi, vinci se conosci qualcuno che conosce qualcuno, altrimenti ti arrangi, vinci se nasci in una città ben amministrata, altrimenti ti arrangi, vinci se sei bello o hai una bella voce, altrimenti ti arrangi, vinci se sei figlio di, altrimenti ti arrangi, vinci se hai lo zio assessore o arcidiacono, altrimenti ti arrangi, vinci se vieni notato dalla persona giusta, altrimenti ti arrangi. Noi italiani abbiamo la lotteria come modus vivendi permanente, abitando in una nazione in cui la sorte modella più che altrove il carattere nazionale (un tempo si parlava di stellone; in tempi più volgari, di fattore C) senza lasciare ampi margini di manovra all’impegno, al talento, al famigerato merito. In Lotteria Italia siamo abituati così: proviamo sempre a pescare il biglietto vincente. Altrimenti, ci arrangiamo.

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