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David Turnley/Corbis/VCG via Getty Images
bandiera bianca
Signori bambini
Mentre un parco divertimenti celebra il potere dittatoriale dell’infanzia, che fa regredire i grandi a piccini, io sogno il mio lunapark ideale
Non faccio nomi ma sì, è proprio quel parco divertimenti nel cui gorgo tutti gli adulti lombardi si sono ritrovati almeno una volta, o forse innumerevoli, con figli e nipoti a trascinarli per mano; quello che adesso, al ritorno della bella stagione, aizza la clientela con lo slogan “Siamo tutti bambini” e l’immagine di due genitori con il viso truccato da animaletto, a imitazione della prole.
Ebbene credo che più di ogni pubblicità sia questa ad avere colto lo Zeitgeist: il potere dittatoriale dell’infanzia come una coltre che uniforma tutto e fa regredire i grandi a piccini. Un mondo in cui siamo tutti bambini, quindi i bambini dettano legge e gli adulti devono conformarsi, a costo di rendersi ridicoli o schiavi; un mondo in cui i bambini imparano che il proprio volere è un diritto, quindi non si accontentano di nessun capriccio.
Non sarebbe meglio se lo slogan fosse “Siamo tutti adulti” e i figli venissero educati a comportarsi come i genitori, anziché viceversa? Se ci fosse un parco divertimenti che si regola così, ci andrei immediatamente: a bere alcol, a flirtare e a parlare di politica mentre i bambini, tutt’attorno, si arrangiano a crescere.
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