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Bandiera bianca

Anno bisesto, anno funesto? Speriamo di no

Antonio Gurrado

Se un anno è una successione di trecentosessantacinque delusioni allora nel 2024 ne avremo una in più. Ma se le disgrazie accadono non è colpa del 29 febbraio

Anno bisesto, anno funesto? Vero che siamo ancora un po’ scossi dal 2020 con annessa pandemia, e vero anche che siamo una specie che non brilla per lucidità e acribia storica; tuttavia, per sfatare questo mito, basterebbe dare un’occhiata al calendario delle disgrazie nell’ultimo secolo abbondante. Delle principali tragedie del Novecento e rotti, quasi nessuna è caduta in un anno bisestile: la Prima guerra mondiale è scoppiata nel 1914, il fascismo si è instaurato nel 1922, stesso anno in cui Stalin è diventato segretario del Pcus, Hitler ha attinto il cancellierato nel 1933, la Seconda guerra mondiale è scoppiata nel 1939, Kennedy è stato assassinato nel 1963, Aldo Moro nel 1978, gli ayatollah hanno preso il potere nel 1979, piazza Tienanmen risale al 1989, l’11 settembre è del 2001, ed erano tutti anni regolarmente dotati di trecentosessantacinque giorni.

Ora, visto com’è iniziato, è probabile che l’anno nuovo voglia sorprenderci con effetti speciali, speriamo di no, ma dare la colpa a un innocente 29 febbraio cascato lì per caso è forse eccessivo. A meno che a funestare questo 2024 non sia un’interpretazione estensiva del celebre aforisma di Ambrose Bierce, secondo cui un anno è una successione di trecentosessantacinque delusioni. Quando è bisestile, ce n’è una di più.

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