Foto di Markus Spiske su Unsplash 

Bandiera Bianca

Perché l'idea di un ministero degli uomini non è insensata

Antonio Gurrado

La proposta avanzata dal parlamentare britannico Fletcher ha almeno un obiettivo: difendere il genere maschile dalla retorica che accomuna poveri innocenti alle malefatte di grandissimi stronzi

Quasi nessuno avrà sentito parlare di Nick Fletcher, parlamentare assurto agli onori delle cronache britanniche per aver ardito proporre l’istituzione di un apposito ministero degli uomini. E nemmeno ricorderete Henry Patterson, nero linciato in Florida per avere chiesto da bere a una donna bianca, oppure Parks Banks, nero linciato in Mississippi per essere stato scoperto possessore della foto di una donna bianca, se le targhe di un memoriale in Alabama non commemorassero questi incivili eventi accaduti un secolo fa. Be’, che c’entra? C’entra: i due poverini che ho ricordato, innocentissimi, sono rimasti vittima di un longevo pregiudizio che investiva l’intera loro categoria di appartenenza, faticosamente (e purtroppo tuttora solo parzialmente) eradicato grazie a uno specifico intervento delle istituzioni, le quali hanno delineato cosa fosse accettabile e cosa no nel rapportarsi alla categoria.

Se oggi a qualcuno salta in mente l’idea di un ministero degli uomini, non è solo perché si tratta magari di un mattacchione o di un provocatore; è una prematura avvisaglia degli effetti della tendenza sempre più insistente alla colpevolizzazione generalizzata del maschio, secondo una retorica che si riempie la bocca di “maschilismo tossico”, “uomini colpevoli”, “tutti complici dei femminicidi”, accomunando poveri innocenti alle malefatte di grandissimi stronzi. Sarà anche superfluo ora come ora istituire un ministero degli uomini, e speriamo non ce ne sia bisogno; speriamo soprattutto di non doverlo rimpiangere quando, fra cent’anni, basterà essere maschi per venire linciati chiedendo un bicchier d’acqua o portando una foto nel portafoglio.

Di più su questi argomenti: