Dal film "Lost in Translation" (foto Olycom) 

bandiera bianca

Bere non rende le altre persone più attraenti, abbassa soltanto la nostra asticella

Antonio Gurrado

Quando si beve il nostro desiderio di socialità aumenta e fa risaltare la solitudine che ci portiamo dentro. Lo conferma uno studio

“Non sei tu, sono io” è la più abusata frase d’amore, che sposta il baricentro dell’eros dall’oggettivo al soggettivo, avocando il sentimento al mero solipsismo. Ora la scienza suffraga questa tendenza anche nell’ultima ridotta dell’impeto, quando cioè si beve un po’ troppo e si scopre tutto il fascino di persone con le quali si finisce a limonare a caso, quando non a farci di peggio (o di meglio, a seconda dei punti di vista).

Ebbene, uno studio di un centro di ricerca di Palo Alto ha dimostrato che, quando si beve, non si diventa più portati a trovare bella l’altra persona, come comunemente si credeva; no, bevendo continuiamo comunque a ritenerla poco attraente, però veniamo stimolati da un maggiore bisogno di socialità che ci porta a zomparle addosso non perché siamo improvvisamente entusiasti ma perché abbassiamo l’asticella e ci accontentiamo. L’alcol quindi non mette in risalto la bellezza che ci circonda ma la solitudine che ci portiamo dentro; non sei tu, sono io, anche da ubriaco.

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