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Bandiera Bianca

Le polemiche su Sgarbi al Maxxi smascherano un popolo mediocre e invidioso

Antonio Gurrado

Chi si indigna probabilmente pensa che il critico dell'arte avrebbe dovuto svolgere un compitino ben educato invece di dire le cose che ha detto. Ma la cultura non serve solo a fare bella figura in società

La notizia di Vittorio Sgarbi che trascende sarebbe di assoluto rilievo, se solo fosse il 1991. Mi sembra invece contare molto più la reazione che ho notato diffondersi a macchia d’olio da Repubblica al Corriere, e che può essere sintetizzata in un accorato: ma perché un critico d’arte capace di cogliere il sublime e dotato di conoscenza enciclopedica si lascia andare a volgarità e sessismo? Giace, dietro quest’interrogativo, la solita concezione edificante della cultura di cui l’Italia proprio non riesce a liberarsi: è nostra radicata convinzione che la cultura serva solo e soltanto a fare bella figura in società, che parlare di quadri stia bene ma dire parolacce stia male, che l’erudito e l’artista debbano firmare appelli a capocchia in favore delle campagne alla moda ma non possano vantarsi delle conquiste proprie o altrui né dire alcunché sopra le righe. Popolo mediocre e invidioso, non vediamo l’ora di farla pagare a chi ci è superiore per erudizione e talento (come Sgarbi), quindi lo aspettiamo al varco col ditino in resta. Non concepiamo l’idea che la cultura possa essere parolaccia e schiaffo, sangue e merda, sperma sulle lenzuola e pupille tagliate, a meno di addomesticarla col bolso luogo comune di “genio e sregolatezza”. Abbiamo un ideale codino e impiegatizio della cultura: ci piace il critico che recensisce lo scrittore in attesa che lo scrittore recensisca il critico, l’assessore che inaugura la mostra elogiando il territorio, il profluvio di parole vacue dei convegni più o meno accademici, i titoli altisonanti e le lapidi commemorative. Il nostro ideale di cultura è quello da buone cose di pessimo gusto, un troncare e sopire secondo i cui dettami Sgarbi avrebbe dovuto presentarsi al Maxxi a svolgere un compitino ben educato, così che la cultura in Italia potesse restare al posto che le spetta: nessuno ne avrebbe parlato, nessuno se ne sarebbe accorto.

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