bandiera bianca

"Dona l'8 per mille a un branco di bastardi": le strategie del marketing buddista

Antonio Gurrado

Riflessioni a proposito del cartellone pubblicitario comparso nel mezzo di corso Lodi a Milano

Ammetto di essere rimasto fermo un po’, ritto nel mezzo di corso Lodi, a indagare sul senso del cartellone pubblicitario che esorta a donare l’8 per mille, testualmente, a un branco di bastardi. È vero che l’immagine ritrae alcuni cani, ma a quale culto afferisce? Forse a una recrudescenza di adepti del dio Anubi? Ci vedo poco, la scritta era piccola, quindi solo sporgendomi sulla carreggiata, a rischio di venire falciato dalla 65, ho scorto in un angolo il minuscolo logo dell’Unione Buddhista Italiana. Neanche questo fugava tuttavia i miei dubbi sull’efficacia comunicativa: voleva dire che avevano abbandonato i templi per darsi ai canili? Volevano ammonire i milanesi sulla prospettiva di reincarnarsi tutti nei loro piccoli amici?

 

È stato necessario consultare il sito dell’ente per comprendere il sottotesto dell’affissione: che cioè “il nostro pensiero non va solo agli esseri umani ma a tutti gli esseri senzienti”. Per questo, firmando per loro, le nostre tasse possono essere stornate anche per aiutare quadrupedi. Ora, non dico che bisogna fare come il Papa che malmena le signore munite di cagnetto, ma – in attesa di un manifesto induista che ci intimi di versare tutti i nostri averi ai piedi delle vacche sacre – per il momento possiamo firmare per donare l’8 per mille ai buddisti e poi, al primo barbone con bastardino che ci chiede l’elemosina, rispondere orgogliosamente: “Mi spiace, amico, i soldi li ho già dati a lui”.

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