Le foto dell’ex presidente del Consiglio Conte davanti al Grand Hotel Savoia di Cortina diffuse da Dagospia 

bandiera bianca

Conte a Cortina è solo l'ultima scena del cinepanettone a cinque stelle

Antonio Gurrado

La parabola politica del M5S, dalle mire eversive anti-scatoletta di tonno alla completa ma un po’ goffa inoculazione negli alti ruoli istituzionali, è solo un interminabile film dei fratelli Vanzina

C’è un’intrinseca coerenza nella scelta di Giuseppe Conte di trascorrere le ferie invernali a Cortina, e va oltre l’automatica associazione fra le cinque stelle del Movimento e quelle dell’hotel. Tutta la storia del suo partito, a ben guardare, altro non è che un lungo Natale a Cortina, uno di quei film vacanzieri che alleggeriscono il cuore del popolo e lo illudono, per immedesimazione, di poter incunearsi nel riccume, mescolandosi ai ceti alti pur mantenendo una schietta distanza grazie a una certa dose di dileggio un po’ cafone.

La parabola politica del M5S, dalle mire eversive anti-scatoletta di tonno alla completa ma un po’ goffa inoculazione negli alti ruoli istituzionali, è solo un interminabile cinepanettone. Solo in un film dei fratelli Vanzina sarebbe stato possibile vedere Di Maio ministro degli Esteri, il neomelodico Fico presidente della Camera, Dj Fofò ministro della giustizia, oltre che scovare un caratterista sensazionale come Danilo Toninelli.

Conte a Cortina, perfettamente integrato in un establishment cui appartiene di natura per legittimi guadagni e prestigio professionale, è solo l’ultima scena del cinepanettone a cinque stelle, quella che chiude il cerchio mostrando al popolo che i lussi per vip vilipesi e bramati da un Boldi o da un De Sica sono davvero a portata di mano e possono essere afferrati come la promettente natica dell’attricetta di turno. E il pubblico in sala si immedesima, ride, batte le mani e vota per loro.

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