bandiera bianca

Ormai anche i netturbini fanno i moralisti

Antonio Gurrado

Cartellini gialli e rimproveri, se il cittadino sbaglia a la raccolta differenziata. E se la cosa fosse reciproca e anche i residenti potessero ammonire il comune?

Passando per caso da una città universitaria, all’improvviso, cartellino giallo! Non a me bensì a un quidam che aveva lasciato fuori dal portone un sacchetto sbagliato per la nettezza urbana. E il cartellino giallo, impietosamente, lo rimproverava del conferimento errato spiegando che perciò non si sarebbe proceduto al regolare servizio di raccolta. Gli spazzini infatti, anziché caricare il sacchetto dove meritava, nella circostanza sono stati pagati per distribuire ammonizioni e lasciar giù il pattume a marcire per ore o forse giorni, in un abisso di moralismo passivo-aggressivo.

 

A giudicare dall’attenzione che questa città universitaria dedica all’immondizia, all’acribia con cui la vaglia, al barocchismo con cui la regola, ai vortici di furgoncini appositi che scorazzano in ogni dove giorno e notte, bisogna dedurre che la spazzatura sia il principale prodotto locale. E domandarsi cosa comporti il successivo cartellino rosso: una multa? Il ritiro dei diritti civili? L’ostracismo, l’esecuzione in piazza?

 

Sono certo però che, nella città universitaria, tale pratica geniale sia reciproca. La prima volta che il comune fa arrivare in ritardo un autobus o non ripara una buca o non pota il verde a dovere, il cittadino passando lascerà per terra un cartellino giallo. Alla seconda infrazione, cartellino rosso: si smette tutti di pagare le tasse municipali.

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