Edvard Munch, Ritratto di Friedrich Nietzsche, 1906, Thiel Gallery, Stoccolma

BANDIERA BIANCA

Paladino dei sovranisti? Macchè, Nietzsche era europeista

Antonio Gurrado

Un aforisma semi sconosciuto tratto da "Al di là del bene e del male" getta nuova luce sul filosofo tedesco. E sugli errori del moderatismo: basta voci deboli, contro i nazionalismi bisogna fare politica col martello

“Grazie al morboso estraniamento che l’insania nazionalista ha interposto e tuttora continua a interporre tra i popoli europei; grazie egualmente ai politici dalla vista corta e dalla mano svelta che oggi sono in auge, vengono ora trascurati, o arbitrariamente e mendacemente travisati, i segni meno ambigui in cui si manifesta la volontà che l’Europa ha di unificarsi”. Trascrivo queste righe non già da un tweet di Paolo Gentiloni imbizzarrito, né da un severo monito di Romano Prodi con vista sul Quirinale, né da un comizio di Enrico Letta sotto acido; bensì dall’aforisma 256 di “Al di là del bene e del male”, riscoperto grazie allo splendido “Nietzsche on the road” di Paolo Pagani (Neri Pozza).

 

Mi viene in mente che un errore del sensato europeismo è stato anzitutto lessicale: lasciare cioè il monopolio dei termini forti, degli aggettivi muscolosi, del discorso papale papale a una manica di sovranisti politicamente rachitici ma capaci di battersi il petto per far rumore. Il moderatismo nei toni è passato per debolezza o scarsa convinzione, forse talvolta ne è stato sintomo, impedendo di sbriciolare come meritavano le spacconate degli orbanucci nostrani. Per questo, la prossima volta, bisognerà ricordarsi di votare per qualcuno che faccia politica nello stesso modo in cui Nietzsche faceva filosofia: col martello.

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