BANDIERA BIANCA

Quelli che ''il Covid ha fatto anche cose buone''

Antonio Gurrado

Negli Stati Uniti si prova, goffamente, a guardare al lato positivo della pandemia, tra mascherine che nascondono il viso e socialità ridotta. A qualcuno verrà il sospetto che alla fine avevano ragione i talebani

Un articolo della corrispondente da San Francisco del Guardian ci conferma ciò che già sapevamo: non tutti i mali vengono per nuocere. L’adagio popolare è suffragato anche da un male estremo (con conseguenti estremi rimedi) quale il Covid. Pare infatti che fra gli americani – fra i californiani, quanto meno – serpeggi una sottaciuta gratitudine perché il virus ha introdotto l’utilizzo della mascherina.

 

Andare a volto coperto, forse ricorderete, un tempo era materia di aspro dibattito. Ora invece tutti d’accordo: non mostrando il viso si evitano attenzioni indesiderate, non si è costretti a sorridere sempre come dei balenghi, si risparmia sul trucco o sulla schiuma da barba, e addirittura si possono fare le boccacce al prossimo senza tema di venire scoperti. Alcuni si spingono a dire che la mascherina – magari col supporto di un paio di occhiali da sole, come cantava Battiato, per avere più carisma e sintomatico mistero – è una specie di mantello dell’invisibilità; la mascherina è un superpotere. Peccato non averci pensato prima, peccato sia servita una pandemia per farcelo capire.

 

Magari, in una prossima puntata, si scoprirà che la pandemia ci ha rivelato i vantaggi dello star sempre chiusi in casa: non si rischia di venire investiti sulle strisce, si risparmia sugli aperitivi, si evitano i fastidi della socialità ipocrita, si mette finalmente a posto il garage o la credenza. Poi magari a qualcuno verrà il sospetto che, dopo anni di culture war contro i talebani, alla fine avevano ragione loro.

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