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bandiera bianca

Le scarpe della Lidl, il baratto e il capitalismo

Antonio Gurrado

C'è un universitario milanese che vuole ottenere una casa offrendo in cambio una bicicletta e c'è chi vende le orribili scarpe del discount a prezzi esorbitanti su Ebay. Sembrano vicende diverse, ma c'è un filo conduttore che le lega 

Che differenza passa fra le scarpe della Lidl e l’universitario milanese che sta cercando di mettere su casa col baratto? Non molte, in verità. Come tutti sanno le orribili scarpe da tredici euro della Lidl sono tuttora in vendita online a prezzi esorbitanti; ad esempio, su eBay ho appena trovato un signore che le vende, per giunta usate, a cinquemila euro. Significa che la forza-lavoro necessaria a fabbricare un paio di quelle scarpe, distribuirlo, metterlo a scaffale e batterlo in cassa è quantificabile in tredici euro; mentre la forza-lavoro necessaria a fare la fila prima che vadano esaurite, comprarle, caricarne la foto su internet e metterle in vendita su eBay (oltre a usarle brevemente, per la gioia dei feticisti) equivale ai restanti quattromilanovecentottantasette euro. E' il capitalismo, bellezze.

 

 

Quanto invece all’universitario milanese, pare abbia iniziato con un sasso decorato dalla scritta “Habere non haberi” e che, di scambio in scambio, sia arrivato a ora a possedere una bicicletta. Il suo obiettivo a lungo termine è, continuando il baratto a partire dal velocipede, arrivare a farsi dare una casa (non è chiaro dove viva nel frattempo; probabilmente sul sellino). Questa storia del sasso decorato che in fin dei conti vale quanto una bicicletta potrebbe ingannevolmente spingere a effettuare elegie della gratuità e del valore intrinseco di tutti gli oggetti, oltre a un bell’elogio della vita semplice. Balle. Anche questo caso significa solamente che la forza-lavoro necessaria a decorare un sasso, lanciare l’appello al baratto via internet, affaticarsi a ottenere oggetti intermediari da continuare a diffondere e a scambiare, eccetera eccetera, equivale a quella necessaria per pagarsi una bicicletta; solo che, anziché la carta di credito, come moneta è stata utilizzata una pietra colorata. Capirai, lo facevano già millenni or sono. E' sempre il capitalismo, bellezze, anche quando non si vedono soldi.

 

Se invece questo principio economico non valesse, l’universitario si sarebbe industriato a barattare casa propria con una serie di oggetti intermediari che, alla lunga, lo avrebbero reso possessore di una bicicletta; e dalla bicicletta, di baratto in baratto, sarebbe finalmente arrivato a essere il felice e anticapitalista proprietario di un sasso decorato. Allora sì, habere non haberi.

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