“Ezechiele 25:17”, un passo biblico di fantasia presente in Karate Kiba e mutuato da Quentin Tarantino in Pulp Fiction, recitato tre volte dal personaggio Jules Winnfield

Bandiera Bianca

L'uno vale uno biblico

Antonio Gurrado

Una nuova collana pubblicherà ogni libro della Bibbia affidandone l’introduzione, e quindi l’interpretazione di massima, a personalità ad ampio raggio, magari non credenti, magari nemmeno esperte di esegesi né ferrate in teologia

Ho saputo che nascerà una nuova collana editoriale che pubblicherà ogni libro della Bibbia affidandone l’introduzione, e quindi l’interpretazione di massima, a personalità ad ampio raggio, magari non credenti, magari nemmeno esperte di esegesi né ferrate in teologia. Mi sembra un’ottima idea. La rilevanza della Bibbia nella cultura mondiale, la vastità dei suoi temi, la sua capacità di parlare a tutto il genere umano, e così via, la rendono universalmente fruibile, e consentono a chiunque di poterne parlare. La fede non dev’essere un ostacolo: non perché non si è credenti si è per questo privati del diritto di parlare di Dio. Né deve trattenerci l’eventuale incompetenza, poiché l’importanza della Bibbia va oltre i suoi misteri, le sottigliezze dottrinali, le capziose disquisizioni filologiche, il calcificarsi delle traduzioni erronee, la minuziosa comparazione delle versioni, la faticosa definizione di un canone, l’occasionale oscurità di alcune pagine, la necessità di penetrare il contesto specifico e la sedimentazione del magistero dei Padri della Chiesa o dei Talmudisti, per non parlare di secoli e secoli di volumoni critici che contengono le indagini condotte con acribia da studiosi che al testo sacro hanno dedicato la vita intera. Davvero, mi sembra un’ottima idea, sulla quale avrei da avanzare molte altre considerazioni elogiative ma, scusatemi, adesso vado a scrivere un trattato di meccanica quantistica.

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