L'arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi (foto LaPresse)

C'è una guerra di religioni a Bologna

Antonio Gurrado

Il centro sociale Tpo invita a parlare l'arcivescovo Zuppi mentre in una scuola i genitori di uno studente protestano perché non è previsto l'insegnamento dell'ateismo

Guerra di religioni a Bologna. Questa sera monsignor Zuppi sarà il primo arcivescovo a parlare in un centro sociale, il Tpo, invitato a un confronto con Luciana Castellina. Bene, lo Spirito soffia dove vuole e il vescovo sostiene ci si debba confrontare con tutti. Meno bene che dal centro sociale facciano sapere di avere invitato l’uomo, mica il vescovo; ovvero che mai si sarebbero sognati d’invitare un cardinal Caffarra o peggio ancora un Biffi, nonostante sedessero sullo stesso seggio del vescovo attuale. Chissà se stasera monsignor Zuppi ne approfitterà per spiegare che, quando si tratta di ministri di Dio, non si può distinguere la persona dal titolo; non è che la sera i vescovi vadano al dopolavoro. Intanto, sempre a Bologna, una scuola elementare e media sperimenta l’ora di religioni, al plurale, scatenando le ire di una famiglia che protesta perché fra le religioni in questione non è stato previsto l’insegnamento dell’ateismo. Male. Non è che durante l’ora di scienze bisogna per forza insegnare il creazionismo, o durante quella di filosofia qualche baracconata new age, per amore di rappresentanza. Se una materia è quella, è quella. Visto che il vescovo si deve confrontare con tutti, uscito dal centro sociale un saltino a scuola lo organizzerei.

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