L'esterno del Duomo di Reggio Emilia (foto di Andrea Castelli, via Flickr)

Signor Diavolo, il vescovo Camisasca te lo sei messo in saccoccia

Camillo Langone

A Reggio Emilia c’è un duomo cattolico nel presbiterio e nelle cappelle laterali e agnostico-satanico nella navata centrale

Signor Diavolo, ho visto che nel duomo di Reggio Emilia hai fatto il nido. Ero in centro a Reggio e ho pensato di entrare in duomo per vedere se e come il vescovo Camisasca aveva risolto il problema degli interni devastati, dissacrati e protestantizzati dal suo precedessore, il vescovo Caprioli. Ho notato con piacere che il presbiterio è stato ristabilito, l’altare riportato in alto, un minimo di sacro ripristinato. Ma voltando lo sguardo ho visto che la navata è diventata un mare di sedie, sedute di plastica trasparente tipo sala congressi, perfette per applaudire, disastrose per adorare. Non so se Camisasca abbia ceduto su questo punto per poca fede o poco carattere: sapendolo uomo di studio escludo sia stato per ignoranza del Messale che prescrive l’inginocchiarsi (e dunque i banchi con inginocchiatoi) al momento della consacrazione, o di San Paolo che esorta affinché “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi”. Fatto sta che adesso a Reggio c’è un duomo cattolico nel presbiterio e nelle cappelle laterali e agnostico-satanico nella navata centrale (mi autorizza a questi aggettivi il cardinale Ratzinger che in “Introduzione allo spirito della liturgia” scrisse: “L’incapacità a inginocchiarsi appare come l’essenza stessa del diabolico. Una liturgia che non conosca più l’atto di inginocchiarsi è ammalata in un punto centrale”). Signor Diavolo, il vescovo Camisasca te lo sei messo in saccoccia ma con me ti è andata male, subito ho sentito puzza di zolfo e subito me ne sono uscito perché magari ti raggiungerò presto all’inferno ma sarà per altri motivi, non per la superbia idiota del cattoprotestante che resta in piedi quando Gesù versa il sangue per lui.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).