Jeremy Corbyn (foto LaPresse)

Perché vietare il foie gras non è di sinistra

Antonio Gurrado

Il Labour di Corbyn indica il radioso avvenire della difesa dei diritti delle oche e delle aragoste

La nuova politica animalista dei laburisti inglesi è la versione riverniciata della ciotola di riso promessa da Mao. A livello letterale, l'interpretazione è semplice: siccome l'uscita dall'Unione Europea annulla tutte le direttive comunitarie sull'alimentazione, il partito di Corbyn propone nuove norme per i cibi di origine animale. Il programma prevede il bando del foie gras, per via del modo inumano in cui vengono ingozzate le oche destinate all'uopo, e la proibizione di cuocere le aragoste, che sono ancora senzienti nel momento in cui vengono immerse nell'acqua bollente. A livello allegorico tuttavia l'interpretazione è più interessante, poiché ci rivela qualcosa sull'evoluzione della sinistra. Originariamente nata per difendere i diritti dei più deboli, ossia i lavoratori, negli ultimi decenni la sinistra ha forzato la propria vocazione incaponendosi nella spasmodica ricerca di classi sempre più deboli da difendere: i sottoproletari più dei proletari, le minoranze etniche più dei sottoproletari, quelle sessuali più delle etniche, e così via. Ora l'Inghilterra mostra la via, indicando alla sinistra il radioso avvenire della difesa dei diritti delle oche e delle aragoste; vedrete che l'intendenza seguirà. In attesa che qualcuno individui nel plancton il nuovo proletariato, sorge un sospetto: non è che questa politica animalista deriva dall'ostilità verso cibi tipicamente appannaggio dei ricchi? Una vera sinistra dovrebbe prodigarsi perché anche i proletari possano un dì mangiare foie gras e aragoste, non perché tutti smettano di farlo.

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