LaPresse/Vincenzo Livieri

Si avvicinano le elezioni e la strategia della Chiesa disorienta

Antonio Gurrado

Lo spettacolo di Povia con il segretario del Popolo della Famiglia è stato rimandato a dopo il voto. Meglio non lasciare intendere "appoggio a una forza politica che si presenta alle prossime elezioni”

Povia a Pavia non è solo un gioco di parole di bassa lega ma anche un piccolo caso elettorale piuttosto istruttivo. La Curia Vescovile ha cancellato la conferenza-spettacolo “Invertiamo la rotta. Musica e cose che non si dicono in tv”, previsto per sabato sera nell’auditorium di una parrocchia pavese, poiché Povia si sarebbe esibito assieme a Gianfranco Amato, segretario del Popolo della Famiglia ovvero del partitino-costola del Family Day. “Essendo ormai in periodo di campagna elettorale”, spiega un comunicato, “la diocesi non ritiene opportuno promuovere un’iniziativa che potrebbe essere intesa quale appoggio a una forza politica che si presenta alle prossime elezioni”. Da questa motivazione si evince pertanto che i partiti che si presentano quali sedicenti vessilliferi dei valori cattolici non sono considerati tali dalla Chiesa ufficiale, e questo lo sapevamo.

Più sorprendente è apprendere che la Chiesa decida quali idee sia più o meno opportuno propugnare in parrocchia in base alla distanza dalle elezioni politiche: lo spettacolo di Povia è stato rinviato infatti a dopo il 4 marzo. Disorienta soprattutto il non capire, dal comunicato, se la Chiesa sottintenda che esistano partiti più confacenti all’elettorato cattolico, come spero, oppure se la garbata neutralità curiale implichi che, alla fin fine, un partito vale l’altro: non si capisce, insomma, se sia una precisa strategia ecclesiastica ignorare a bella posta la politica attiva salvo poi piangere sul latte versato quando il prossimo parlamento legifererà ignorando la Chiesa. Allora s’inviterà Povia per un bel concerto di protesta, magari. 

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