La laurea per geometri vale quanto lo stuzzicadenti di Tognazzi

Antonio Gurrado

Dall'Università di San Marino la risposta perfetta a tutti quegli italiani che bramano il pezzo di carta. Ma che non vogliono studiare

La città di Lodi si vanta di essere stata la prima a istituire la laurea triennale per geometri. A seguito di un accordo con l’Università di San Marino si può infatti frequentare un corso di studi che, conseguiti centottanta crediti formativi e superati venti esami, consente di presentare una tesi e candidarsi al titolo di dottore in Costruzione, Ambiente e Territorio – certificando così di avere le stesse competenze dei diplomati nell’Istituto tecnico a indirizzo Costruzione, Ambiente e Territorio. Cioè, il diploma da geometri. I più agé ricorderanno quando Ugo Tognazzi interpretava un artigiano intento a levigare un tronco per ottenerne un unico e solo stuzzicadenti fatto a mano, pregiatissimo in quanto del tutto indistinguibile da uno stuzzicadenti industriale. Sono i frutti delle smanie per il pezzo di carta, che a parità di competenze fanno sembrare più affidabile un laureato rispetto a un diplomato, tendenza inarrestabile in una nazione in cui tutti vogliono essere dottori e pochi vogliono studiare. Ma è colpa anche dell’immancabile direttiva in tal senso, che per fare i geometri renderà obbligatoria la laurea a partire dal 2020, prolungando così la permanenza coatta sui banchi di persone che magari vorrebbero lavorare. È proprio come lo stuzzicadenti di Tognazzi: incrementare la fatica per ottenere lo stesso risultato di prima, però dicendo che vale di più. Senza nemmeno considerare il dilemma inestricabile di fronte a cui ci pone questa storia: o non valeva niente il diploma, o non varrà niente la laurea. 

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