Zhou Yongkang

Quando finisce la caccia alla tigre?

Redazione
In Cina ergastolo al gran nemico di Xi. Il futuro delle guerre interne

Zhou Yongkang, ex capo dei Servizi di sicurezza interni della Cina ed ex membro del più potente organo di governo del Partito comunista, il Comitato permanente, è stato condannato ieri all’ergastolo dopo un processo a porte chiuse con l’accusa di corruzione, rivelazione di segreti di stato e abuso di potere. Fino al 2012, anno del suo ritiro dalla politica, era uno degli uomini più temuti di tutta la Cina, secondo solo al presidente, e la sua influenza sui servizi di sicurezza e sul settore del petrolio ne facevano un intoccabile a Pechino. Poi, all’inizio del 2013, il presidente Xi Jinping ha annunciato una guerra spietata contro la corruzione, vista da molti come una purga per eliminare gli avversari, e Zhou è diventato il più potente funzionario del Partito a essere condannato per corruzione nella storia della Cina comunista. L’ex zar dei servizi di sicurezza è apparso in televisione, invecchiato e con i capelli bianchi, ha chiesto scusa per i reati commessi e ha accettato la condanna.

 

Fino a due anni fa si vociferava che stesse macchinando un colpo di stato, oggi invece la sua sconfitta è completa, dopo che nel corso della lotta alla corruzione, dove oltre 250 mila funzionari sono stati indagati, la sua potente rete di alleanze è stata smantellata pezzo per pezzo. E’ la vittoria di Xi Jinping, ed è un momento epocale, il culmine della grande lotta che ha scosso la Cina per quasi due anni, danneggiando l’economia e la stabilità interna al Partito. Con il più potente dei nemici fuori combattimento, ora Xi dovrà mostrare il vero volto della guerra alla corruzione. Una purga che ha trovato il suo termine o un movimento di rinnovamento e pulizia destinato a continuare?

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