Non solo spread. Un piccolo segno più davanti al pil

Redazione

Dopo la notizia di stamattina sul calo del differenziale btp/bund (sceso sotto i 100 punti), l'Istat vede positivo: nel terzo trimestre il pil torna a crescere ed è stimato al + 0,1 per cento.

Dopo la notizia di stamattina sul calo del differenziale btp/bund (sceso sotto i 100 punti) e dopo i dati di ieri sulla crescita della fiducia di consumatori e imprese, l'Istat diffonde altri dati che, in parte, lasciano ben sperare. Nel primo trimestre il pil dovrebbe infatti tornare a crescere, seppur di poco. Nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana, l'Istat ha evidenziato che "i segnali positivi si rafforzano". Nel dettaglio, "la variazione congiunturale reale del pil prevista per il primo trimestre è pari a +0,1 per cento, con un intervallo di confidenza compreso tra -0,1 per cento e +0,3 per cento. Tale risultato e' la sintesi del contributo ancora negativo della domanda interna (al lordo delle scorte) e dell'apporto favorevole della domanda estera netta".

 

"Al miglioramento delle opinioni di consumatori e imprese registrate a febbraio si affianca l'aumento della produzione industriale a dicembre e quello del fatturato dei servizi nel quarto trimestre del 2014", spiega l'Istituto di statistica che però evidenzia come permangano tuttavia delle "difficoltà nel mercato del lavoro e si conferma la fase deflazionistica, seppure in attenuazione. L'indicatore composito anticipatore dell'economia registra una variazione positiva per il secondo mese consecutivo".

 

[**Video_box_2**]Discorso a parte per il mercato del lavoro che "non mostra chiari segnali di un'inversione di tendenza rispetto a quanto osservato negli scorsi mesi. Il tasso dei posti vacanti nei settori dell'industria e dei servizi è rimasto ancora stabile nel IV trimestre attorno allo 0,5 per cento. La stazionarietà dell'indicatore, che perdura dall'ultimo trimestre del 2013, riflette la fase di stagnazione che si osserva dal lato della domanda di lavoro. In febbraio, le attese di occupazione formulate dagli imprenditori per i successivi tre mesi continuano a essere differenziate tra i principali comparti produttivi, risultando in crescita nella manifattura, stabili nei servizi e in peggioramento nel settore delle costruzioni".

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