Bashar el Assad durante l'intervista rilasciata alla Bbc (foto LaPresse)

La coalizione in salita contro l'Is

Redazione

Martedì la Casa Bianca ha dato conferma ufficiale della morte di Kayla Mueller, la cooperante americana di 26 anni rapita dallo Stato islamico in Siria nell’agosto del 2013. Assad alla Bbc dice che l’attacco con armi chimiche che ha ucciso più di mille civili nel 2013 e una “storiella per bambini”.

Martedì la Casa Bianca ha dato conferma ufficiale della morte di Kayla Mueller, la cooperante americana di 26 anni rapita dallo Stato islamico in Siria nell’agosto del 2013. Dapprima la notizia è stata data venerdì scorso dal gruppo terroristico, che ha accusato la Giordania di aver bombardato l’edificio in cui la donna era reclusa. La Casa Bianca dice che non c’è modo di conoscere le cause della morte di Mueller, ultimo ostaggio statunitense, e la Giordania nega di aver compiuto il raid, ma la vicenda è un segnale della strategia infida dello Stato islamico, che addossando colpe alla Giordania cerca di minare la forza della coalizione internazionale e di far passare il messaggio che i bombardamenti degli americani e degli alleati sono controproducenti. Che sia stato un raid, o che Kayla Mueller fosse stata assassinata da tempo dai terroristi, la morte della cooperante mostra il terreno difficile e scivoloso su cui la coalizione si deve muovere.

 

In Siria e Iraq, la propaganda orrifica dello Stato islamico si somma a quella del regime di Damasco, come dimostra l’intervista che il rais siriano Bashar el Assad ha concesso al tosto Jeremy Bowen della Bbc. Molte domande sono state rispedite al mittente con un ghigno: l’attacco con armi chimiche che ha ucciso più di mille civili nel 2013? “Storielle per bambini”; le barrel bombs? “Non usiamo barili né pentole”. Assad dice invece che membri della coalizione, in primis l’Iraq, forniscono a Damasco “informazioni” sui raid aerei di americani e alleati. Era prevedibile, visto l’andamento delle operazioni, ma è un po’ come dire che l’occidente si comporta da alleato di fatto del dittatore siriano, lo stesso contro cui era pronto a muoversi un anno e mezzo fa.