Putin con angela Merkel e Hollande (foto LaPresse)

Chi vince fra Marte e Venere

L’Europa tratta con Putin per evitare “l’azzardo ingiustificato” (cit. Gentiloni) degli americani.

New York. Ieri sera Angela Merkel e François Hollande hanno incontrato al Cremlino il presidente russo, Vladimir Putin, per presentare qualcosa di simile a un’ultima offerta per il cessate il fuoco nell’Ucraina orientale. “Difendere la pace in Europa” è l’obiettivo generale delle mosse diplomatiche che negli ultimi giorni hanno  ripreso corpo e senso di urgenza, ma quando si entra nei dettagli di un possibile accordo si trovano soltanto opzioni impraticabili, almeno in linea di principio. Il presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, ha fiducia nell’iniziativa franco-tedesca, ma allo stesso tempo dice che non accetterà una soluzione che comprometta l’integrità territoriale del paese; Merkel spiega che non può certo negoziare sui confini di un altro stato sovrano, ma questa prudenza sembra invalidare l’idea del modello Transnistria di cui si parla in queste ore, ovvero un congelamento del conflitto con la creazione di un cordone di sicurezza intorno a un’area controllata de facto dai separatisti. Di questo Merkel e Hollande hanno certamente parlato a Kiev giovedì con Poroshenko, ma l’improvvisa fretta diplomatica ha fatto saltare un comunicato congiunto che non avrebbe favorito la missione moscovita della delegazione europea. Merkel e Hollande, tuttavia, non hanno molto da offrire se non concessioni alle richieste di Vladimir Putin per mettere un argine diplomatico ed evitare l’escalation militare. Su questo si è creata una spaccatura fra l’Europa e l’America, che nell’ultima settimana ha preso a discutere con insistenza della possibilità di fornire “armamenti letali” all’esercito ucraino. Come dice, riferendosi a Washington, il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni: “Rispettiamo chi può avere una posizione diversa ma immaginare che ci possa essere una soluzione militare alla crisi ucraina sarebbe a nostro avviso un azzardo ingiustificato”.

 

Per evitare l’“azzardo ingiustificato” la cancelliera e il presidente francese vanno al Cremlino a negoziare una pace, e il solo fatto di sedersi al tavolo con Putin senza precondizioni chiare secondo alcuni è già il segno che l’Europa preferisce vedere un’Ucraina divisa e in qualche forma occupata dalle forze russe pur di evitare un confronto con la Russia. A Washington la corrente va nella direzione opposta. Il vicepresidente americano, Joe Biden, ha messo in guardia tanto Putin quanto gli alleati europei da un accordo di pace che viola le condizioni fissate nel protocollo di Minsk: “Putin ignora tutti gli accordi che il suo paese ha firmato. Questo è un momento in cui gli Stati Uniti e l’Europa devono essere uniti. E saldi. La Russia non può ridisegnare la mappa dell’Europa”. Giovedì il senatore repubblicano John McCain ha detto che gli Stati Uniti “devono agire urgentemente per dare assistenza militare all’Ucraina” e non ha aizzato soltanto uno stormo di falchi ma un’ampia coalizione bipartisan che è una rarità nella politica sclerotizzata di Washington. Il gruppo di lawmakers ha chiesto con una lettera alla Casa Bianca di sostenere l’esercito ucraino, facendo eco al recente report in cui un pugno di ex funzionari della difesa, guidati da Strobe Talbott (clintoniano esperto di Russia e presidente della Brooking Institution) ha fornito il più articolato e credibile argomento per il sostegno militare all’Ucraina. L’idea è che un sostanziale aumento della forza d’interdizione ucraina farà cambiare i calcoli di Putin, che non vorrà infilarsi in un conflitto troppo lungo e costoso. Il prossimo segretario del Pentagono, Ash Carter, ha detto che sarebbe “molto incline” a concedere forniture militari a Kiev. Presentando la strategia per la sicurezza nazionale, Susan Rice ha detto che Obama sta “ancora vagliando questa ipotesi”. Secondo il documento, l’aiuto americano in Ucraina consiste nella “presenza dinamica nell’Europa centrale e orientale per dissuadere la Russia dall’aggressione”. La “presenza dinamica”, si legge, consiste in esercitazioni della Nato, difesa delle strutture energetiche, sanzioni, e assistenza umanitaria. Senza riferimenti agli armamenti letali.