Mario Draghi (foto LaPresse)

Percorso a ostacoli per Draghi tra i falchi e l'Europa bonaria

David Carretta

Il presidente della Bce ha una sponda alla Corte di Karlsruhe per comprare titoli pubblici. Merkel permettendo.

Strasburgo. “Il programma Omt è compatibile con l’articolo 123 del trattato”. L’avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione europea, Pedro Cruz  Villalón, ieri ha inflitto il secondo schiaffo in due giorni ai cosiddetti “falchi” della zona euro. Dopo la comunicazione della Commissione sulla flessibilità di martedì, che ha allentato le maglie del Patto di stabilità a favore di Italia e Francia provocando le ire del governo tedesco, a subire il colpo sono stati i duri della politica monetaria, che vorrebbero impedire alla Banca centrale Europea di Mario Draghi di lanciare un Quantitative easing con acquisti di titoli di stato. L’opinione dell’avvocato generale non è una sentenza definitiva, ma serve a preparare la decisione dei giudici di Lussemburgo, dopo che la Corte costituzionale tedesca ha chiesto loro di stabilire se il programma Outright monetary transactions, lanciato all’apice della crisi della zona euro come “scudo anti spread”, sia in linea con il trattato. La Corte di giustizia Ue potrebbe ancora smentire Cruz  Villalón. Ma le sue conclusioni sono comunque “un’importante pietra miliare”, ha spiegato il membro del Board della Bce, Yves Mersch.

 

Al di là della sentenza finale di Lussemburgo, Cruz  Villalón ha fornito a Draghi solide basi legali nel braccio di ferro interno alla Bce sul possibile lancio di un Quantitative easing tra una settimana. L’opinione dell’avvocato generale “dà alla Bce libertà sostanziale per disegnare e condurre la politica monetaria”, spiega Marcel Fratzscher, presidente del German Institute for Economic Research. Anziché legare le mani a Draghi, Cruz  Villalón ha bacchettato quelle dei giudici di Karlsruhe. “La Bce deve godere di un ampio margine di discrezionalità nella programmazione e nell’esecuzione della politica monetaria e i tribunali devono controllare l’attività della Bce usando alquanta moderazione, in quanto mancano della specializzazione e dell’esperienza di cui dispone tale organismo”. Sul piano legale, Cruz Villalón sostiene che l’Omt “sia una misura non convenzionale di politica monetaria” e, in quanto tale, la Bce sia libera di attuarla. Certo, ci sono alcune condizioni. L’acquisto di titoli non deve trasformarsi in finanziamento monetario. La Bce deve rispettare il principio di proporzionalità, astenersi dal partecipare alla Troika e motivare la sua azione. Quanto al rischio di finanziamento monetario, l’importante è che la Bce consenta “la formazione di un prezzo di mercato dei titoli del debito pubblico”. Ma alla fine il programma è “lecito”. E trattandosi di titoli di stato, quel che vale per l’Omt, vale anche per il Qe. La raccomandazione “rende un nuovo programma di acquisti di titoli pubblici più probabile”, dice Fratzscher.

 

Draghi, in un’intervista alla Welt, ha ribadito che la Bce è pronta a procedere con misure non convenzionali come la Fed americana e ha respinto le critiche tedesche su “l’italiano che vuole iniettare inflazione” alla Germania, ricordando le difficoltà personali della sua gioventù, quando l’aumento dei prezzi spazzò via i risparmi di famiglia dopo la morte del padre. Il rischio di deflazione è “decisamente più alto di quanto era un anno fa” e la Bce non ha “un numero infinito di opzioni”, ha detto Draghi. “Tutti i membri del Consiglio dei governatori sono determinati a rispettare il mandato” ma “naturalmente ci sono differenze su come ciò vada fatto”. Le obiezioni del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, sono note. Sabine Lautenschläger, membro tedesco del board, ha fatto sentire la voce di chi vorrebbe attendere marzo, dicendo allo Spiegel “un ampio programma di acquisto di titoli di stato non mi convince”. Il pericolo è che la maggioranza sia troppo sottile per una decisione tanto controversa.

 

[**Video_box_2**]Paradossalmente, la sconfitta subita sulla flessibilità potrebbe risollevare le sorti dei falchi. Benoît Coeuré, altro membro del board della Bce, ha criticato la Commissione per non aver sanzionato Italia e Francia, che grazie alla comunicazione di martedì hanno la certezza di farla franca. Grazie alla modifica della matrice per tenere in conto del ciclo economico e alla “clausola delle riforme strutturali”, il governo Renzi non dovrà adottare misure aggiuntive per evitare una procedura per deficit eccessivo. Anzi, sulla base della “clausola degli investimenti”, potrà portare il deficit nominale dal 2,6 al 3 per cento (circa 6 miliardi) senza rischi. Il ministero delle Finanze tedesco ha fatto sapere che, prima di fare sconti, le riforme devono “essere implementate, non solo annunciate”. Il parlamentare della Cdu, Norbert Barthle, ha definito la nuova flessibilità “problematica” perché “semina dubbi sulla serietà delle promesse di riforma e consolidamento fiscale in Europa”. Argomenti che alimentano i timori di Angela Merkel sul rischio che il Qe disincentivi le riforme. Senza la copertura politica della cancelliera per Draghi sarà più difficile forzare la mano degli altri governatori.