Forza lavoro!

Redazione

Il 2014 è stato un anno di grazia per il mercato del lavoro in America. Il report del mese di dicembre, pubblicato ieri, dice che gli Stati Uniti nell’ultimo mese dell’anno hanno creato 252 mila posti di lavoro (60 mila in più delle stime degli economisti) e i dati di novembre sono stati rivisti al rialzo.

Il 2014 è stato un anno di grazia per il mercato del lavoro in America. Il report del mese di dicembre, pubblicato ieri, dice che gli Stati Uniti nell’ultimo mese dell’anno hanno creato 252 mila posti di lavoro (60 mila in più delle stime degli economisti) e i dati di novembre sono stati rivisti al rialzo. Da gennaio l’impiego è cresciuto di quasi 3 milioni di unità e il tasso di disoccupazione è al 5,6 per cento. Non si vedevano numeri del genere dal 1999. Sono i segni di una ripresa economica che la Federal Reserve ha spinto usando tutti gli strumenti che aveva a disposizione, e con le cautele e i distinguo del caso i numeri dicono che l’America corre a una velocità forsennata rispetto all’immobilismo stagnante dell’Europa. Il 2014 potrebbe affermarsi come l’anno della grande inversione di tendenza.

 

Ci sono, tuttavia, due indicatori negativi che bilanciano l’entusiasmo. Primo: la contrazione della forza lavoro. Il numero degli americani che partecipa attivamente al mercato del lavoro (lavorando o cercando un’occupazione) è calato dello 0,2 per cento, e negli ultimi anni l’America ha assistito a un calo stabile della “workforce”. E il 2014 non fa eccezione. Questo spiega che il tasso di disoccupazione, che si calcola sulla forza lavoro, è in realtà drogato da una sfiducia cronica diffusa nel mercato. Secondo: la flessione degli stipendi, che sono decresciuti anche più che nel 2013. Questo è il dato che tiene in allerta la Fed, altrimenti soddisfatta da livelli occupazionali che considera vicini a quelli di un’economia in salute. La strada è ancora lunga, ma l’America si muove nella direzione giusta.

 

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