Perché le buste paga italiane sono le più complicate del mondo

Redazione

Secondo lo studio comparativo “Payroll complexity index”, nel nostro paese le procedure di pagamento di un lavoratore dipendente sono le più complesse a livello gestionale.

In Italia le procedure di pagamento di un lavoratore dipendente sono le più complesse e costose al mondo per obblighi retributivi e fiscali, rapporti con gli enti previdenziali e ridondanza delle informazioni da predisporre e trasmettere alle amministrazioni centrali. 
 
Lo certifica lo studio comparativo “Payroll complexity index” condotto dalla multinazionale di servizi per la gestione delle risorse umane Nga, cui ha dato pubblicità il Sole24Ore. L’Italia è ultimo su trentacinque paesi analizzati per complessità gestionale del rapporto tra datore di lavoro e dipendente. Da noi le pratiche sono più complesse, seguono Germania, Francia – era ultima nel 2013 –, Belgio e Australia. Nei paesi asiatici, invece, lo sono meno (vedi grafico). 
 


Per un’azienda con 5 mila addetti servono 11 persone che lavorano 1.848 ore al mese (1.785 in Germania, 1.703 in Francia) per gestire le buste paga. La complessità maggiore deriva, dice il Sole, dall’elaborazione del passaggio dall’importo lordo alla retribuzione netta (quindi ripulita dagli oneri fiscali, corretta con l’aggiunta di bonus, spese sociali e per welfare ecc.). Sono le tasse, la previdenza, i carichi familiari e i benefit a implicare un alto grado di complessità gestionale. 




In Italia ci sono 350 tipi di contratti di lavoro con annesse circolari interpretative. Gli obblighi di dichiarazione e reportistica sono particolarmente ridondanti e rendono difficile la comunicazione delle informazioni agli enti centrali. Si arriva a un massimo di tre comunicazioni nel caso di Giappone e Germania. In Italia si superano le sei.
 
Il costo della busta paga (o cedolino) in Italia è il più alto per le aziende. In Germania e Francia costa il 3 per cento in meno, la metà in Portogallo, il 20 per cento in meno in Spagna, il 25 per cento negli Stati Uniti, il 40 per cento nel Regno Unito.
 
[**Video_box_2**]Le modifiche normative e il conseguente aggiornamento delle procedure peggiorano le prospettive. Dice Sabino Pisano della Nga: “In Italia sono cresciuti gli automatismi di comunicazione verso gli enti centrali che nel breve-medio termine consentiranno di standardizzare le procedure e ora impattano sulle aziende che si devono adeguare e organizzare per farlo”. Il bonus da 80 euro in busta paga per i lavoratori dipendendi deciso dal governo Renzi ha per esempio comportato una carico di spese extra di 6.200 euro per aggiornare le procedure. 
Di più su questi argomenti: