Israele furiosa con l'Europa

Via Hamas dalla lista nera, sì allo stato di Abu Mazen

Giulio Meotti

E' arrivato anche il via al riconoscimento dello stato palestinese invocato dal parlamento europeo. La reazione del premier Netanyahu è stata sferzante: “Non avete imparato niente dalla shoah”.

Roma. In una giornata nera per Israele è arrivato anche il via al riconoscimento dello stato palestinese invocato dal parlamento europeo. La reazione del premier Netanyahu è stata sferzante: “Non avete imparato niente dalla shoah”. Ma concetti duri erano già risuonati per la faccenda di Hamas. “Possibile che non ci sia limite alla vergogna? L’Unione europea sembra aver perso la testa”, ha detto ieri lo speaker del Parlamento israeliano, Yuli Edelstein. Aver rimosso Hamas dalla lista nera delle organizzazioni terroristiche “indica una distorsione morale, è una ricompensa per il terrorismo islamista che colpisce ovunque nel mondo”. Gerusalemme è furiosa con la Corte di giustizia dell’Ue che ha rimosso i terroristi palestinesi dalla black list. Secondo i magistrati di Bruxelles, l’inserimento di Hamas, nel 2001, “non fu sulla base di giudizi giuridicamente rilevanti”. Da Gaza, gli islamisti festeggiano e il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, parla di “vittoria della nazione palestinese”.

 

Il congelamento dei beni di Hamas resterà in vigore tre mesi in attesa del ricorso da parte degli stati membri. Ma il messaggio arrivato dall’Europa è chiaro, anche se l’Alto rappresentante per gli Affari esteri, Federica Mogherini, parla di “decisione legale, non politica”. L’ambasciatore israeliano a Roma, Naor Gilon, commenta così con il Foglio la sentenza dei magistrati in Lussemburgo: “E’ chiaro che la sentenza non riflette la posizione sostanziale dell’Unione, che considera Hamas come organizzazione terroristica da oltre un decennio. Ci aspettiamo che l’Unione mantenga Hamas nella lista dei gruppi terroristi perché è quello il suo posto”.

 

L’ala militare di Hamas, le Brigate Qassam, era stata inserita nella lista nera nel dicembre 2001, sull’onda degli attentati dell’11 settembre. Due anni dopo, anche grazie alla pressione del governo italiano, venne aggiunta alla lista nera anche l’ala politica di Hamas, nonostante le pressioni contrarie della Francia con Dominique de Villepin. Soltanto se Hamas resta nella black list europea se ne possono confiscare i beni, se ne possono chiudere i canali di finanziamento, se ne possono spegnere i programmi tv dell’odio e si può impedire che i terroristi di Hamas si incontrino con i ministri e funzionari dell’Unione europea. “Gli europei devono aver pensato che il loro sangue è più sacro del sangue degli ebrei”, ha detto il deputato del Likud, Danny Danon. “In Europa devono aver dimenticato che Hamas ha rapito e ucciso tre ragazzi e che ha lanciato migliaia di missili sui cittadini israeliani. Il messaggio è: uccidete gli israeliani, avrete uno stato”.

 

[**Video_box_2**]Perché la tempistica della sentenza europea è chiaramente legata alla presentazione da parte dell’Autorità Palestinese questa settimana della risoluzione all’Onu. Sarà sottoposta al Palazzo di Vetro la versione francese anziché quella giordana. Entrambe chiedono, seppur in modo diverso, al Consiglio di Sicurezza di votare l’abbandono della Cisgiordania da parte di Israele entro il 2016. Nella bozza francese non c’è menzione a Israele come “stato ebraico”. Gli Stati Uniti potrebbero non porre il veto sul documento mediato da Parigi. Per Gerusalemme si tratta di “terrorismo diplomatico” che rende nulli i negoziati.

 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.