Bashar el Assad

Altri 1.500 soldati in Iraq

Obama scrive in segreto a Khamenei: “Non toccherò Assad in Siria”

Daniele Raineri

Il presidente chiede all’Iran un accordo sul nucleare presto in cambio dello sforzo militare contro lo Stato islamico.

Roma. Il Wall Street Journal scrive che il presidente americano, Barack Obama, ha mandato una lettera segreta al Leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, circa a metà ottobre, secondo fonti che sono state informate sulla lettera. Nella lettera il presidente parla dell’interesse comune di America e Iran nel combattere contro lo Stato islamico, il gruppo armato estremista che sta facendo la guerra su più fronti in Siria e in Iraq. Obama, che ieri ha autorizzato l’invio di altri 1.500 soldati americani in Iraq, insiste con Khamenei su un concetto: la cooperazione militare contro lo Stato islamico è legata al raggiungimento di un accordo sul programma nucleare iraniano entro la scadenza del 24 novembre.

 

Obama si riferisce alla cooperazione in Iraq e Siria, dove l’aviazione americana è impegnata ogni giorno in una campagna di bombardamenti contro le basi dei gruppi jihadisti e gli iraniani sono impegnati con consiglieri militari e con alcune milizie addestrate, finanziate e armate da loro. Il capo delle forze speciali dei pasdaran, il generale Qassem Suleimani, si fa fotografare un po’ su tutti i campi di battaglia dell’Iraq.

 

E’ la quarta volta che il presidente americano scrive al Leader politico e religioso dell’Iran, ed è evidente che lo considera un partner importante nella campagna contro il gruppo di Abu Bakr al Baghdadi.

 

La Casa Bianca vuole anche rassicurare l’Iran sul futuro del presidente Bashar el Assad in Siria: le operazioni militari americane non hanno come bersaglio Assad o le sue forze di sicurezza.

 

Domenica il segretario di stato americano, John Kerry, comincerà negoziati diretti con il suo omologo iraniano, Javad Zarif, nel regno arabo dell’Oman – il cui governo ha già fatto da mediatore tra i due quando ancora le relazioni erano ufficialmente inesistenti.

 

Il Wall Street Journal specifica che l’America non ha avvisato della lettera a Khamenei i suoi alleati più importanti in medio oriente, Israele e Arabia saudita.

 

Collaborazione a tutto campo

 

L’Amministrazione americana da tempo ha deciso che un accordo di pace sul nucleare con l’Iran è l’obiettivo principale, prioritario e capace di dare un senso storico al doppio mandato di Obama per quanto riguarda la politica estera. Ma per raggiungere questo obiettivo la Casa Bianca sta trascurando altre questioni. Chissà che effetto farà questa lettera che promette l’impunità americana per Assad ai gruppi armati che da tre anni combattono contro il governo in Siria. Li renderà più ricettivi verso uno degli argomenti retorici degli estremisti del jihad siriano, che è l’esistenza di un’alleanza tra gli sciiti (l’Iran è una teocrazia sciita) e l’occidente, un’alleanza stretta “per fare la guerra all’islam” (sunnita).

 

[**Video_box_2**]Da un mese l’aviazione siriana sta colpendo con intensità le zone fuori dal controllo del governo e ha compiuto duecento missioni di bombardamento nello spazio di due settimane, con effetti disastrosi sui civili che però ormai non sono più raccontati sui media. I testimoni a terra notano che quando vedono in cielo i droni da ricognizione americani – a caccia di basi jihadiste – i raid siriani si interrompono, come se ci fosse un coordinamento tra i due comandi (ma non è dimostrato).

 

Chissà come sarà accolta la notizia della lettera di Obama a Khamenei in Israele, che ha appena attraversato una fase tesa e imbarazzante delle relazioni con Washington, perché alcune fonti anonime del governo americano hanno definito il primo ministro israeliano “un cagasotto”.

 

Le relazioni di Obama con l’Iran sono migliorate di molto da quando il presidente Mahmoud Ahmadinejad è stato sostituito da Hassan Rohani nel giugno 2013, ma è il Leader supremo ad avere l’ultima parola sulle decisioni importanti – per questo è lui il destinatario della lettera. Un mese fa Khamenei ha ridicolizzato gli sforzi americani in medio oriente e ha accusato Washington di avere creato al Qaida e lo Stato islamico per combattere l’Iran – il che non è esattamente una posizione conciliante e foriera di accordi di pace storici.

 

Quattro giorni fa è uscita la notizia che il Pentagono ha chiesto permessi speciali al governo americano per consentire a imprese iraniane di fare affari in Afghanistan, a dispetto del regime di sanzioni che in teoria lo impedirebbe. I militari americani stanno tentando di far ripartire l’economia afghana, capiscono che l’Iran è un partner importante e hanno chiesto esenzioni speciali almeno due volte negli ultimi due anni. In un caso per lasciare che gli iraniani creassero la prima compagnia farmaceutica dell’Afghanistan, nell’altro perché sviluppassero quattro miniere.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)