Un uomo mostra la foto del leader Khamenei (foto LaPresse)

Infografica della fine di Israele

Redazione

La Guida suprema della rivoluzione iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha pubblicato sul proprio account twitter un piano dettagliato in nove punti per “l’eliminazione del regime sionista” da presentare “alle comunità internazionali”.

La Guida suprema della rivoluzione iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha pubblicato sul proprio account twitter un piano dettagliato in nove punti per “l’eliminazione del regime sionista” da presentare “alle comunità internazionali”. La forma è quella di una tabella, con nove domande dei fedeli alle quali l’ayatollah fornisce altrettante risposte. Domande tipo: “Perché il regime sionista deve essere eliminato?”. “Qual è la via giusta per eliminare Israele?”. A cui Khamenei fornisce una allucinante ma suggestiva risposta: un “referendum” tra tutti gli abitanti “nativi” della regione se Israele debba o meno scomparire, referendum dal quale saranno ovviamente esclusi gli ebrei. Nel frattempo serve la lotta armata dalla West Bank, dopo aver conquistato Gaza con Hamas. Lo ha spiegato giorni fa anche uno dei capi di Hamas, Mahmoud Zahar: “Se la Cisgiordania avesse un quarto dei mezzi della resistenza di Gaza, l’entità israeliana finirebbe in un giorno”.

 

Il problema non è soltanto che la Guida suprema si sta prendendo gioco dell’occidente e dell’America nelle trattative sul nucleare. Il grafico di Khamenei è stato pubblicato, infatti, mentre era in corso una riunione tra i rappresentanti del gruppo dei 5+1 con il ministro degli Esteri iraniano per decidere come progredire nei colloqui sul nucleare e nello stesso momento in cui l’agenzia iraniana Isna ribadiva il “diritto dell’Iran al nucleare” e a mantenere gli impianti di Natanz, Fordo e Arak. Che strana coincidenza.

 

[**Video_box_2**]C’è anche che l’idea di Khamenei di fare a meno di Israele è penetrata da tempo nelle classi dirigenti occidentali. Giorni fa, il manager delle pubbliche relazioni di Amnesty International a Londra, Kristyan Benedict, ha paragonato lo stato ebraico allo Stato islamico del califfo. Intanto, in Germania, il Nobel per la Letteratura Günter Grass diceva in una conferenza che Israele, “stato nucleare fuori controllo come il Pakistan”, mina la pace e la sicurezza mondiale. Grass ha anche detto, da bravo allievo dell’ayatollah (+ SS), che la responsabilità dei tedeschi per il genocidio degli ebrei non può pesare “sulle spalle dei palestinesi”.

 

Ieri, alla stazione dei treni di Tel Aviv, un attentatore palestinese proveniente da Nablus ha accoltellato un soldato israeliano, che adesso è in fin di vita. Sono state due settimane di attentati a Gerusalemme. L’incitamento all’odio funziona. E la menzogna, come sempre, fa scattare la volontà genocida. Accadde così anche settantasei anni fa, durante la “notte dei cristalli”.

 

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