Ma quant'è difficile fare (due) figli in Cina

Eugenio Cau

Il Partito comunista cinese ha allentato la politica del figlio unico quasi un anno fa. Ma a un anno di distanza dalla riforma le nuove nascite sono pochissime, e su 21 milioni di coppie che il governo si aspettava avrebbero approfittato della riforma solo 700 mila si sono fatte avanti. Ecco perché.

Il Partito comunista cinese ha allentato la politica del figlio unico quasi un anno fa. La notizia uscì lo scorso novembre, alla fine del terzo plenum del Partito, e fu accolta come epocale. Dopo decenni di repressione, di infanticidi, di bambine abortite illegalmente per avere un figlio maschio la Cina aveva finalmente deciso di allentare la presa, e di lasciare ai genitori il diritto di decidere come far crescere la propria famiglia.

 

Ma questa settimana i giornali cinesi, ripresi da Business Insider, raccontano che a un anno di distanza dalla riforma le nuove nascite sono pochissime, e su 21 milioni di coppie che il governo si aspettava avrebbero approfittato della riforma solo 700 mila si sono fatte avanti. Il governo si attendeva due milioni di nuove nascite all’anno, ce n’è stata solo una frazione. Il fatto è che per avere il loro secondo bambino, i cittadini devono entrare nell’inferno burocratico cinese.

 

Se in Cina vuoi avere più di un figlio, anzitutto ci sono dei requisiti da rispettare. Devi essere a tua volta figlio di figli unici – almeno uno dei tuoi genitori deve esserlo. Poi bisogna chiedere un’autorizzazione al governo. Questo significa entrare nel labirinto della burocrazia cinese, sopportare problemi e rallentamenti, pagare tangenti ai funzionari per velocizzare le pratiche – come succede ovunque in Cina, dagli ospedali alle scuole al governo. Bisogna cedere al regime informazioni e documenti sulla propria vita privata, sul proprio status familiare, e i cinesi, con ottime ragioni, cercano di evitare il più possibile di aprire le proprie vite e la propria casa alla burocrazia comunista. Dopo tutto questo, c’è ancora la possibilità che la propria richiesta sia respinta: delle 700 mila coppie che hanno chiesto un’autorizzazione, infatti 80 mila sono state rifiutate. Avere più di un figlio in Cina, prima ancora che averlo davvero, è una pratica lunga, umiliante e pericolosa.

 

Poi c’è il costo delle case, che in metropoli come Shanghai e Pechino ha raggiunto livelli insostenibili, il costo dell’educazione, le spese sanitarie. Gli stipendi della classe media spesso non sono sufficienti per crescere più di un figlio, spesso nelle aree rurali anche avere un figlio solo è difficile. All’inizio del suo mandato il presidente Xi Jinping parlò di “sogno cinese” e fece aumentare la speranza che la Cina sarebbe diventato un posto migliore per vivere. Ma il sogno cinese non è tagliato per le famiglie numerose, e i cinesi lo sanno.

 

[**Video_box_2**]Il Partito comunista cerca di rilanciare la natalità perché il paese è in guai demografici. La politica del figlio unico, che prevedeva multe per chi generasse più di un figlio, fu introdotta nel 1979 dall’allora presidente Deng Xiaoping per evitare il collasso demografico del paese: i cinesi erano troppi, e se avessero continuato a crescere allo stesso ritmo non sarebbero riusciti a sostentarsi tutti. Dopo trentacinque la situazione si è invertita. La popolazione della Cina continua a crescere, ma la scarsa natalità ha ridotto il ricambio generazionale. I cinesi stanno invecchiando, e di questo passo nei prossimi decenni la Cina avrà problemi di pensioni e di forza lavoro. Negli ultimi trent’anni, inoltre, il fenomeno diffuso dell’infanticidio femminile – se solo un figlio era permesso, era meglio averlo maschio – ha provocato uno squilibrio tra i generi: in Cina ci sono troppi maschi, circa 24 milioni più delle femmine. I ragazzi cinesi che non riescono a trovare una compagna sono chiamati “tartarughe di mare”, e costituiscono un problema sociale e demografico notevole.

 

Questo mese, al nuovo plenum del Partito, i dirigenti non hanno parlato di pianificazione famigliare. Il tema era un altro, e per ora Xi Jinping non sembra preoccupato dal fallimento della sua riforma sulla politica del figlio unico. La leadership comunista è lungimirante, e aspetta che i dati si assestino prima di trarre un giudizio. Ma se la popolazione in Cina continuerà a invecchiare potrebbe essere un problema per le economie di tutto il mondo.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.