Kiel, navi da guerra Nato dirette in missione nel Mar Baltico (foto LaPresse)

Varsavia si agita

La Polonia arresta due spie dei russi, infiltrate nell'energia e alla Nato

Daniele Raineri

Un tenente colonnello e un avvocato con amici in Parlamento. Continua la caccia al sottomarino nel Baltico. Clima di ostilità Nato a Kiev.

Roma. I servizi di sicurezza della Polonia hanno arrestato mercoledì scorso due polacchi sospettati di spiare per conto dell’intelligence militare russa (Gru). Uno è un tenente colonnello che lavora al ministero della Difesa – dove è stato arrestato – ha accesso anche a informazioni segrete condivise tra i paesi membri della Nato e “ha passato alla Russia dati importanti”. L’altro è un avvocato di Varsavia che lavora a un progetto energetico strategico, un gasdotto che entro i primi mesi del 2015 dovrebbe portare gas dal Qatar e permettere così alla Polonia di ridurre in modo significativo la sua dipendenza dal governo di Mosca e dalla compagnia energetica Gazprom.

 

In questo momento i rapporti tra la Polonia, ex satellite sovietico, e il Cremlino sono tesi. Varsavia appoggia apertamente il governo antirusso dell’Ucraina, chiede uno spiegamento militare della Nato più ampio sul proprio territorio per controbilanciare la politica russa, che considera espansionista, aggressiva e pericolosa, e chiede sanzioni economiche più dure contro Mosca.

 

I due arrestati sono stati formalmente accusati di spionaggio venerdì davanti a due corti diverse – il tenente colonnello è stato rinviato a giudizio da un tribunale militare cosiddetto “classificato” – ora sono in prigione e cominciano a filtrare verso i media più informazioni sul loro caso. All’inizio non c’era la certezza definitiva sul fatto che lavorassero per la Russia. Un portavoce del controspionaggio polacco aveva detto semplicemente: “Potete immaginare qual è il paese”. Venerdì il viceministro degli Esteri, Janusz Piechocinski, ha invece promesso una reazione e ha detto alla televisione polacca Tvn24 che, “se saranno confermate le informazioni su questo caso di spionaggio, espelleremo diplomatici russi dalla Polonia”. Lo stesso giorno il suo ministero ha preparato una lista di richieste di espulsione per alcuni diplomatici russi sospettati di collaborare con i due arrestati (questo è probabilmente un caso in cui “diplomatici” va scritto tra virgolette).

 

Il procuratore generale Andrzej Seremet dice che i due, portati in cella nelle stesse ore, non erano un tandem di spie, non lavoravano in coppia. Quindi potrebbe essere che il controspionaggio polacco abbia prima scoperto le attività dei loro riferimenti russi, e poi li abbia arrestati. L’avvocato si chiama Stanislaw Szypowski, ha ricevuto la cittadinanza polacca due anni fa (la sua prima cittadinanza è russa), lavora per lo studio Stopczyk & Mikulski e secondo i media nazionali il suo obbiettivo principale era il Parlamento polacco. Avrebbe preparato una lista dei politici che voleva tentare di reclutare.

 

Szypowski seguiva un progetto ambizioso da 645 milioni di dollari per importare un milione di tonnellate l’anno di gas liquido dal Qatar e farlo arrivare al terminal baltico di Swinoujscie. Si tratta di un progetto energetico partito cinque anni fa con un obiettivo dichiaratamente politico. Varsavia sa che quel gas che arriva da Doha alla fine costerà anche un terzo in più rispetto a quello russo venduto da Gazprom, ma considera questa differenza da pagare un prezzo per liberarsi dalla capacità di Mosca di imporre ricatti energetici (la Polonia potrebbe provare a rivendere in Europa parte del gas importato, ma a un prezzo più basso di quello pagato al Qatar). Vale la pena notare che quando una settimana fa si è scoperto che alcuni hacker russi erano al lavoro da anni per una campagna di spionaggio informatico chiamata “Sandworm”, tra i loro obbiettivi c’era anche una compagnia energetica polacca – e anche la Nato, ma questo vale sempre.

 

[**Video_box_2**]“Caccia di ottobre ai rossi”
Gli arresti di Varsavia arrivano in un clima di ostilità crescente tra Europa (soprattutto a est e a nord) e Russia che molti paragonano agli anni della Guerra fredda e che è cominciato con la crisi a Kiev dello scorso febbraio. Il Parlamento europeo sta decidendo sulla richiesta avanzata dal governo di Sofia di revocare l’immunità a un europarlamentare ungherese accusato di spionaggio per i russi. L’Estonia accusa Mosca di avere mandato una squadra speciale a rapire un uomo dei suoi servizi con un blitz militare attraverso la frontiera, il 5 settembre scorso. La Svezia denuncia gli sconfinamenti dei jet militari russi nel proprio spazio aereo e da giorni sta conducendo ricerche in mare perché sospetta che un sottomarino russo non meglio identificato sia nascosto nelle sue acque del mar Baltico. Le operazioni militari di ricerca – “La caccia di ottobre ai rossi” – sono così ampie e scoperte che stanno tenendo i media impegnati con aggiornamenti in diretta.

Di più su questi argomenti:
  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)