Papa Francesco (foto LaPresse)

Non criticavamo il Papa, ma l'aria malsana di Kasper. Parla Fessio, S.I.

Matteo Matzuzzi

Cinque cardinali, professori e vescovi che smontavano la relazione teologica tenuta da Walter Kasper in sede concistoriale. Il porporato tedesco se l’era presa male, aveva definito quel libro un’opera contro il Papa, che aveva sposato appieno le sue tesi.

Roma. Ma chi mai ha attaccato il Papa! Noi abbiamo criticato le tesi di Kasper, il che è un po’ diverso, dice al Foglio padre Joseph Fessio, gesuita fondatore della casa editrice Ignatius Press, che pochi giorni prima dell’apertura del Sinodo aveva mandato in stampa un libro dal titolo Remaining in the Truth of Christ, tradotto in italiano in Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella chiesa cattolica (Cantagalli). Cinque cardinali, professori e vescovi che smontavano la relazione teologica tenuta da Walter Kasper in sede concistoriale. Il porporato tedesco se l’era presa male, aveva definito quel libro un’opera contro il Papa, che aveva sposato appieno le sue tesi. “Il libro non contiene in alcun modo tesi contro il Papa, ma contiene – ed è questo che si riprometteva di fare – una revisione scientifica completa delle proposte controverse fatte dal cardinale Kasper. Il suo discorso è durato due ore (molto tedesco!) e ha molte cose di grande valore. Tuttavia, alla fine ha fatto due proposte concrete. E c’è stata una reazione negativa molto forte in concistoro da parte di molti cardinali rispettati”, osserva padre Fessio S.I., che per la tesi di dottorato a Ratisbona ebbe l’allora professor Joseph Ratzinger come relatore. “Non è dunque una sorpresa che quando la presentazione del testo di Kasper è diventata pubblica (nonostante la segretezza richiesta ai partecipanti del concistoro), diversi cardinali e molti altri abbiano deciso che ci dovesse essere una risposta pubblica. Lo stesso Kasper – aggiunge – ha detto di non aver proposto una soluzione definitiva, ma piuttosto, dopo aver ricevuto l’approvazione del Papa, di aver posto alcune domande e aver offerto considerazioni per eventuali risposte”.

 

Ebbene, “in tre dei libri da noi pubblicati, abbiamo presentato risposte ben documentate e argomentate alla proposta. Precisamente ciò che aveva chiesto il cardinale Kasper. Il cardinale Carlo Caffarra, qualche giorno fa, ha detto che il Papa ha chiesto un dibattito, “e un dibattito c’è solo se non parla uno soltanto”. A giudizio del fondatore della Ignatius Press, “vi è una sproporzione tra i giudizi espressi sulla proposta di Kasper. Sono a conoscenza di almeno dieci cardinali che hanno criticato pubblicamente la proposta del presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, e solo uno (il cardinale Reinhard Marx) che l’ha pubblicamente appoggiata. Certamente la sua proposta può essere definita una ventata d’aria. Ma se l’aria sia fresca o malsana, questo è precisamente l’oggetto del dibattito in corso”.

 

[**Video_box_2**]Quel che ha teorizzato Kasper, prosegue padre Fessio, non è nulla di nuovo: “Aveva già proposto la stessa cosa in una lettera pastorale scritta in Germania nel 1993. Solo che all’epoca fu respinta con decisione dal cardinale Ratzinger, allora prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, con l’approvazione di Papa Giovanni Paolo II. Kasper – aggiunge il nostro interlocutore – ha anche preso pubblicamente le distanze da Ratzinger sulla Dominus Iesus, con Giovanni Paolo II che diede pieno appoggio al documento”. “Non trovo inusuale – spiega – che molti cattolici intelligenti, inclusi molti cardinali, trovino gli argomenti di Ratzinger più convincenti di quelli di Kasper”. E comunque, dice padre Fessio, quello del riaccostamento alla comunione dei divorziati risposati “è certamente un tema minore se si considera il numero delle famiglie cattoliche che potrebbero essere ricomprese in questa fattispecie. Il chiaro intento del Sinodo è un altro, e cioè di affrontare una più vasta, significativa e pressante questione: la difficoltà di comunicare e di vivere profondamente la bellezza dell’impegnativo insegnamento di Cristo sul matrimonio e la famiglia in una cultura ormai decristianizzata, secolarizzata, consumista, edonista e individualista che ha le radici in occidente, ma è stata esportata ovunque nel mondo”. E comunque, bisognerà aspettare cosa dirà il Papa, la sua decisione finale, che non arriverà prima della conclusione del Sinodo ordinario del prossimo anno. Proprio padre Joseph Fessio S.I. ha ipotizzato che Francesco abbia mandato Kasper in avanscoperta, tentando di “scuotere il nido di calabroni”. “La mia era sottile ironia. Io credo che il Papa voglia una discussione franca e aperta. Così ho suggerito, con un po’ d’ironia, che forse abbia intenzionalmente voluto scuotere il nido”. Poi si vedrà.

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.