David Cameron (foto Ap)

Cameron ritrova Cameron

Redazione

Cameron ha alzato la soglia sotto la quale non si pagano le tasse, per agevolare i redditi più bassi, e ha alzato la soglia oltre la quale si paga l’aliquota più alta, per agevolare i redditi della middle class. Ispirato e deciso, il premier inglese spiega cosa vuol dire essere un Tory.

Dev’essere stato il ritorno di Steve Hilton, consigliere-genio di David Cameron uscito dal gruppo e rientrato in occasione della conferenza del Partito conservatore britannico conclusasi ieri, l’ultima prima del voto previsto per il maggio del prossimo anno. Dev’essere stato Hilton, che ha scritto il discorso del premier, ad aver posto a Cameron le domande giuste: perché un inglese dovrebbe votare per i Tory? Perché un inglese dovrebbe votare per te, David Cameron? Dev’essere stato Hilton: solo così si spiega la magia di ieri, sul palco di Birmingham, dove il premier ha tenuto uno dei discorsi più belli e ispirati della sua carriera (e Samantha, nel pubblico, aveva gli occhi lucidi, quando suo marito ha detto che il sistema sanitario nazionale non si tocca, per lui è una questione personale: ho avuto un figlio malato a lungo in ospedale, so cosa vuol dire aver bisogno di essere curati). Cameron ha alzato la soglia sotto la quale non si pagano le tasse, per agevolare i redditi più bassi, e ha alzato la soglia oltre la quale si paga l’aliquota più alta, per agevolare i redditi della middle class. Vuole continuare a essere competitivo, il premier, e così pretende di diventare il paese del G20 in cui le tasse corporate sono le più basse. Questo a fronte di tagli naturalmente – l’austerità è permanente, in Gran Bretagna – che però non riguarderanno il sistema sanitario nazionale, non nel prossimo futuro almeno. Il tatticismo di Cameron contro l’Ukip, il partito indipendentista di Nigel Farage che sta facendo una campagna acquisti tra i parlamentari conservatori, e ieri ha “rubato” pure un finanziatore, ha raggiunto il suo picco quando il premier ha stracciato lo Human Rights Act che sarà sostituito dal British Bill of Rights: alla corte europea si potrà andare comunque, ma Cameron vuole che a decidere dei casi identitari-culturali-umani degli inglesi sia un Bill of Rights britannico. 

 

Il premier ha fatto un discorso elettorale, ma è riuscito soprattutto a recuperare la sua storia da raccontare, fatta di solidarietà interna e competizione esterna, e se anche non ci sono le coperture per i tagli delle tasse, non importa perché il Partito conservatore è il “real party of compassion and social justice”. Altro che Labour, insomma, e altro che sostituti: Cameron è ancora il miglior asset che i Tory hanno a disposizione.

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