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Istat: "Pil in flessione anche nel terzo trimestre"

Redazione

I nuovi dati Istat parlano di un'inflazione vicina allo zero e una disoccupazione "strutturale". Fitch prevede un perdita dello 0,2 per cento per il 2014.

"L'indicatore composito anticipatore, aggiornato a luglio e costruito a partire da un insieme di variabili (qualitative, quantitative) selezionate in base alla capacità di anticipare le fasi del ciclo economico, è in rallentamento, suggerendo una nuova flessione del pil nel terzo trimestre dell'anno". E' la diagnosi contenuta nella nota mensile sull'economia italiana dell'Istat. Nella precedente nota mensile, invece, l’Istat stimava per il terzo trimestre una sostanziale stagnazione dell’economia, indicando una variazione pari a zero (con un intervallo di confidenza compreso tra +0,2 per cento e -0,2 per cento). Tutto ciò dopo che il Prodotto interno lordo del secondo trimestre, e sono dati consolidati, ha chiuso in calo dello 0,2 per cento, decretando la recessione tecnica. 

 

Resterà invece bassa l'inflazione nei prossimi mesi. Nella nota sull'andamento dell'economia italiana, l'istituto di statistica ricorda che "nel complesso, dall'inizio del processo l'inflazione è diminuita di 3,3 punti percentuali, di cui 0,8 nel corso di quest'anno" e sottolinea che "questi sviluppi rendono possibile il permanere dell'inflazione italiana su livelli vicini allo zero nei prossimi mesi".

 

A preoccupare è ancora una volta il numero dei senza lavoro. "Il tasso di posti vacanti permane su livelli molto bassi, a sottolineare la prolungata scarsità di posti di lavoro disponibili che sembra divenire una caratteristica strutturale". Al momento, spiega l'istituto di statistica, "il mercato del lavoro, nonostante qualche isolato segnale positivo, non sembra ancora presentare miglioramenti significativi". Secondo i dati delle forze di lavoro, "al netto d'influenze stagionali l'occupazione totale è rimasta stabile nei primi sei mesi del 2014, dopo una lunga fase di contrazione iniziata nel secondo trimestre del 2012".

 

Sempre sulle stime di crescita del pil italiano, anche l'agenzia di rating Fitch evidenzia dati negativi. Il prodotto interno lordo è calato del 2,4 per cento nel 2012 e dell'1,9 per cento nel 2013. Una ricaduta in recessione del primo semestre di quest'anno dell'Italia che ha colto in contropiede anche l'agenzia, che prevedeva una "modesta ripresa". I dati del secondo trimestre 2014 evidenziano che "l'economia italiana deve ancora beneficiare del rallentamento del consolidamento fiscale, della ripresa della domanda esterna o dell'allentamento monetario fornito dalla Bce". Inoltre sia la fiducia delle famiglie, sia quella delle imprese è calata negli ultimi mesi. Sul fronte dell'inflazione Fitch prevede "un modesto aumento" nei prossimi mesi dovuto a effetti della base tecnica, ma il livello resterà molto basso allo 0,4 per cento nel 2014, allo 0,5 per cento nel 2015 e all'1 per cento nel 2016.

 

 

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