L'allenamento degli Azzurri (foto LaPresse)

La vigilia degli Azzurri tra l'oceano e la paura di fallire

Pierluigi Pardo

La Praia do Negro è una delle spiagge più famose del Brasile, il paradiso dei surfisti. Il Pestana Resort si affaccia proprio lì davanti. Sullo sfondo, il Morro do Careca, letteralmente il “dosso del pelato”, perché la fitta vegetazione è stata scavata nei secoli dall’erosione lenta del vento, e adesso c’è una striscia di sabbia di fronte al mare, sembra quasi la cresta di Balotelli di qualche tempo fa. Presagio?

La Praia do Negro è una delle spiagge più famose del Brasile, il paradiso dei surfisti. Il Pestana Resort si affaccia proprio lì davanti. Sullo sfondo, il Morro do Careca, letteralmente il “dosso del pelato”, perché la fitta vegetazione è stata scavata nei secoli dall’erosione lenta del vento, e adesso c’è una striscia di sabbia di fronte al mare, sembra quasi la cresta di Balotelli di qualche tempo fa. Presagio?

 

Le facce azzurre si specchiano a sera davanti all’immensità dell’oceano. Nere. Dopo il triplo salto carpiato (all’indietro) contro Costa Rica siamo di fronte alla sfida più difficile e l’onda perfetta che i surfisti cercano proprio lì sotto è una metafora di quello che stiamo per vivere contro l’Uruguay. Il brivido del pericolo e la voglia di alzarci, di risorgere nel momento più complicato, come da italica, eterna tradizione.

 

Adrenalina incontrollabile, vertigine gigantesca. Il pericolo ha la faccia del “pistolero” Suarez e del “matador” Cavani. La paura è quella di ritrovarci sbiaditi, perduti e perdenti, stanchi e svuotati, come venerdì sera. Gianluigi Buffon prova a esorcizzarla con onestà intellettuale: “Se dovessimo uscire sarebbe un fallimento assoluto. In dieci competizioni che ho giocato tra Mondiali, Europei e Confederations solo una volta eravamo qualificati prima della terza partita (l’anno scorso), per cui la pressione non fa paura, ma rispetto a quattro anni fa quando bastava un pari con la Slovacchia l’impegno è molto più difficile”.

 

Gigi sembra un po’ preoccupato. Prandelli invece, dopo aver fatto il pieno di affetto nella prima sessione di allenamento a Natal (tremila persone, autografi, foto, selfies, bambini, il saluto dei Negramaro, Paolo Bonolis con i figli) comincia a lavorare sulla sua rivoluzione tattica.

 

Cambia tutto. Il CT sta preparando una formazione che è l’esatto contrario di quello che diceva e faceva fino a pochi giorni fa. La difesa a 3 doveva essere impossibile e invece, eccola qua.

 

Il blocco juventino (Barzagli, Bonucci e Chiellini) riprova i movimenti conosciuti da tempo in bianconero. Darmian e il recuperato De Sciglio corrono invece su tutta la fascia, sicuri di una maglia da titolare, così come, nel mezzo, Pirlo, Marchisio e Verratti che riprende il posto da titolare dopo l’apostrofo nero dell’esclusione contro Costarica. Ne mancano due per arrivare a undici. Uno è sicuramente Balotelli, un feticcio per il CT. Il giocatore, nelle speranze prandelliane, è quello in grado di spezzare la partita in due in qualsiasi momento, (a patto di essersi svegliato di buon umore). L’altro titolare, invece (sorpresona), potrebbe essere Immobile.

 

Un clamoroso ribaltone dopo le dichiarazioni in conferenza stampa e i comportamenti concreti del CT (quando è entrato, contro l’Inghilterra, Ciro l’ha fatto proprio al posto di Mario).

 

Per Prandelli, non è un mistero, i due sono alternativi, compatibili solo in situazioni di assoluta emergenza. Tale deve essere dunque questo spareggione contro la Celeste. E pazienza se abbiamo due risultati a disposizione su tre e poche alternative in panca se le cose si dovessero mettere male. La scelta sembra fatta. Gli spifferi da dentro e i testimoni oculari sono concordi.

 

Altri testimoni invece hanno visto cose che voi umani. Raccontano la solita sproporzione brasiliana. Splendori e miserie a un passo, mescolate. Una voragine gigantesca nella favela di “Mae Luiza”, a pochi chilometri dall’Arena Das Dunas. Dove nel frattempo la rottura di un tubo, dovuta alle gigantesche piogge della scorsa settimana, ha allagato il centro stampa.

 

La partita non è a rischio, se questo può consolare.