La ricetta Cantone per combattere la corruzione nei grandi appalti

Redazione

Prevenzione, diminuzioni delle varianti e "white list". Le novità del dl Pa

Expo e Mose, ma non solo. Nell'audizione di stamattina davanti alla Commissione Ambiente della Camera sulla revisione della normativa degli appalti pubblici in vista del recepimento delle nuove direttive europee, Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione, affronta la questione dei recenti scandali legati ai grandi appalti sottolineando come "il vero tema del loro controllo dev'essere quello della prevenzione della corruzione. E' necessario affrontarla non in maniera formale ma cercando di individuare quegli indici sintomatici che possano rappresentare una sorta di alert per verificare se dietro ci sono fenomeni corruttivi".

 

[**Video_box_2**]La ricetta Cantone per combattare i fenomeni corruttivi prevederebbe innanzitutto la riduzione della "possibilità di varianti al progetto originario". Ecco perché nel decreto legge per la riforma della Pubblica amministrazione "è stata inserita una norma che prevede che tutte le varianti che saranno adottate, verranno inviate all'Anac per lo svolgimento di attività di vigilanza. Nel breve periodo sarà sicuramente un deterrente, ma sul lungo periodo potrebbe trasformarsi nell'ennesima comunicazione formalistica. Comunque, è un primo tentativo di controllarle, dato che è alle loro spalle che si nascondono spesso gli atti correttivi".

 

Il presidente dell'Anticorruzione affronta anche altre tematiche inerenti ai grandi appalti. In caso di corruzione "c'è una soluzione adottata dal Governo assolutamente innovativa che in qualche modo anche io ho sponsorizzato. Come si potrà operare? Si prevede sostanzialmente una sorta di commissariamento che non riguarda l'azienda ma quel singolo appalto, creando un amministratore ad hoc". Cantone precisa inoltre che gli utili d'impresa non andrebbero all'imprenditore ma resterebbero a garanzia per eventuali procedimenti risarcitori, sottolinenando però la possibilità che in questi casi le banche potrebbero chiudere i finanziamenti e che quindi prima di arrivare ad una situazione del genere sia necessario prestare grande attenzione.

 

Cambiamenti ci saranno anche a proposito della certificazione antimafia che "andrà sempre più sostituita con meccanismi di certificazione alternativa", ovvero quelli delle cosiddette 'white list': questa "non andrà però buttata in quanto utilissima, ma deve sempre più diventare uno strumento che sia meno burocratico possibile. E' questa la strada del futuro".