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“A tu per tu”

Il leone della Rai

Nel ristorante dell’hotel De Russie, a via del Babuino, trenta metri da Piazza del Popolo, intorno all’una si raggruma una folla variopinta e dall’aria cospicua. E qui tutto è esattamente come te lo aspetti. Oleografia del banale. Una coppia ad angolo pare divertirsi enormemente, la signora porta alle grosse dita certi brillanti talmente enormi da farmeli supporre falsi. Un uomo dall’aria stolida legge in maniche di camicia un inserto sportivo.

02 MAR 2014

Come te non c’è nessuno

Se Renzi flirta più con il Cav. che con il Pd una ragione c’è (elettorale)

Gli dice: “Caro Matteo, se potessi farti capire…”. E il condizionale, accanto al caro Matteo, non è il segnale di un distacco, ma diventa la cifra di un affetto rispettoso, di un riguardo solidale. L’altro gli risponde con un: “Caro Silvio, tu ti fai capire come nessun altro”. E la proverbiale ironia è sovrastata dall’indulgenza, anzi da una certa qualità di tenerezza. “Amici di telefono”, come direbbe Charlie Brown. E tutti sanno che Renzi e Berlusconi si fanno promesse. Leggi anche Lo Prete Debiti e veti dei sindaci, ecco il primo sgambetto in Aula al sindaco d’Italia

27 FEB 2014

A tu per tu

La mia Repubblica

Il direttore di Repubblica è apparso all’improvviso, non saprei dire se da destra o da sinistra di via San Teodoro, cinquanta metri dalla Bocca della verità. E adesso mi guarda come si guarda un piatto di minestra fredda. E’ la seconda volta che ci incontriamo, ma lui comprensibilmente non lo ricorda. Era appena nato il governo di Enrico Letta e quel giorno facevo anticamera, sprofondato su un polveroso divano in un anonimo corridoio di Palazzo Chigi.

23 FEB 2014

Tra sorrisi e cazzotti, il governo si fa

Gli riesce di fare il berlusconiano, ma non sa fare il grillino come vorrebbe. E dunque Matteo Renzi vede prima Silvio Berlusconi e poi Beppe Grillo a Montecitorio nel suo ultimo giorno di consultazioni. Con il primo – si sa – un po’ se la intende, con il secondo invece le cose vanno parecchio male: Renzi appare subalterno, troppo serioso, mentre Grillo insulta lui e il Parlamento in uno sfogo d’incontinenza verbale trasmesso in diretta via internet.

20 FEB 2014

“A tu per tu”

Negli occhi del Corsera

“Diciamo che il Corriere ha molti azionisti, ma non ha un editore. Ti ho dato anche il titolo del pezzo”. E qui un sospiro, forse un moto impaziente della testa che gli fa oscillare la ciocca brizzolata a metà della fronte. Quindi Ferruccio de Bortoli riprende a parlare affermando che l’editoria è difficile farla, che bisogna possedere un’intelligenza speciale, un gusto speciale per l’oggetto, per il manufatto, per la carta, per le notizie, per la scrittura, per il mestiere. Mentre i proprietari di giornali, quelli di adesso, non hanno intelligenza in genere né quella in particolare.

19 FEB 2014

Il “prefetto” e il Bullo

Così Napolitano chiede a Renzi la legge elettorale, prima dell’addio al Colle

Dove passa Giorgio Napolitano non può esserci disordine, e dunque il presidente si dimetterà, ma soltanto dopo la riforma della legge elettorale che – lo ha detto ieri e lo ripeterà a tutti nel corso delle consultazioni – va fatta “al più presto”. Per lui la politica, anche la più caotica, persino quella che si trova a dover gestire in queste ore dal Quirinale, si compone e si ricompone sempre in un rigido geometrizzarsi. E dunque il capo dello stato s’immerge nelle acque tumultuose dei partiti e le rimescola senza pietà.

15 FEB 2014

Valzer dei traditori e dei traditi

Tutti i politici fedeli sono simili fra loro, ogni politico infedele è infedele a modo suo. Ed è inebriante sgranare il rosario dei tradimenti, veri, verosimili e fasulli che in queste ore si consumano ai piedi di Palazzo Chigi. E così dicono che Renzi ha tradito Letta, ma che Letta ha tradito se stesso e per questo Alfano e Franceschini hanno tradito le larghe intese. Ma dalle larghe intese si sentono traditi il capo di Confindustria Giorgio Squinzi e il capo della Cgil Susanna Camusso, i quali, a loro volta, di conseguenza hanno tradito il governo.

14 FEB 2014

Cavaliere al balcone

Silvio Berlusconi guarda da casa la conferenza stampa di Enrico Letta, poi si abbandona a qualche commento confidenziale con gli amici: “Letta chiede l’onore delle armi”. E insomma per il Cavaliere la vicenda è chiusa, il governo Renzi si farà, e malgrado il sottofondo ringhioso dei capigruppo di Forza Italia, Renato Brunetta e Paolo Romani sguinzagliati contro la staffetta, in realtà il Sovrano di Arcore si frega le mani.

13 FEB 2014

Due come loro

“Ho un rapporto consolidato e leale con il presidente Napolitano. Lo sanno tutti”, diceva Silvio Berlusconi il 31 agosto 2012, un anno dopo le sue dimissioni, dopo che aveva votato la fiducia al governo “golpista” di Mario Monti, un anno prima di salire al Quirinale per pregare Giorgio Napolitano di ricandidarsi alla presidenza della Repubblica. Dice Giovanni Orsina, politologo, professore di Storia alla Luiss: “I rapporti tra Berlusconi e Napolitano sono stati, diciamo così, ambigui sin dall’inizio dei tempi”. E in principio fu una stretta di mano.

12 FEB 2014

Guinzaglio lungo

Arcore, interno sera. Tavola imbandita, cena domenicale. Silvio Berlusconi al centro, intorno: Giovanni Toti con la moglie, Daniela Santanchè, Mariastella Gelmini, il capo dell’Esercito di Silvio, Simone Furlan, e ovviamente Mariarosaria Rossi, assistente particolare. Si parla del libro di Alan Friedman – la sera prima dell’uscita delle anticipazioni sul Corriere. E si parla di Renzi, e di Letta, del “simpatico” Matteo che “si è incartato”.

11 FEB 2014
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