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Eclisse DiCaprio

Voglio parlare del nulla e comportarmi come un idiota, girare con gli amici, eclissarmi, annoiarmi, migliorare un po’ il mondo e fare il bene del pianeta, ha detto Leonardo DiCaprio senza citare il solito Al Gore, suo compagno di militanza verde, ma senza neppure alludere ai precetti di vita ecologica che fanno assomigliare alcune sue interviste ai proclami di un grillino candidato alle parlamentarie: chilometro zero, spreco d’acqua zero, frugalità a mille, petrolio vade retro, riciclo e macchine elettriche – e non importa a nessuno che sia vero o vero soltanto a metà, ché è l’intenzione quella che conta.

28 GEN 2013

Come e perché Ingroia si è ritrovato travolto da un insolito partito taxi

La vita da candidato premier è dura e l’ex procuratore Antonio Ingroia non si sta divertendo come quando beveva vino rosso in video per salutare gli amici italiani e scriveva diari dal Guatemala sul Fatto quotidiano. Fa la faccia torva, ora, Ingroia, al massimo dice “basta barzellette” se gli chiedono conto dei suoi rapporti futuri con il Pd e urla “provocatore, provocatrice!” a chi gli fa domande in televisione (è capitato ad Alessandro Sallusti ma pure a Conchita Sannino di Repubblica – da Lucia Annunziata, a “Leader”, su Rai 3).

22 GEN 2013

Maledetta canzonetta, i grillini vogliono l’inno cupo e Grillo cattivo

A forza di predicare indignazione e frugalità, Beppe Grillo ha creato un mostro: una parte della sua base non solo non ha alcuna voglia di leggerezza, ma sanziona anche la più piccola deviazione dal sentiero “cupezza & apocalisse”. Aveva forse pensato di addolcire un po’ i toni del vendicatore bisbetico, Grillo, anche per risollevare i sondaggi, e dunque, per accompagnare il suo “Tsunami tour” tra piazze gelate e tuffi sulla folla, aveva messo in bella vista sul suo blog l’inno “L’urlo della Rete”, scritto da Leonardo Metalli e Raffaello Di Pietro, rispettivamente giornalista e musicista Rai, fulminati dalla creatività al termine di una mattinata di code, multe, tasse, chiacchiere e lamentele nell’ufficio postale di Viale Mazzini.

19 GEN 2013

Così la sequoia Bersani ha trasformato il grigio nella sua arma anti cabaret

Essere grigio, quella è l’arma e non la zavorra, e infatti Pier Luigi Bersani non la dismette, l’arma che pare zavorra, e anzi ieri l’ha rilanciata. Chissà cosa gli diranno, ora che ha dichiarato solennemente che lui no, lui, Bersani, il “cabaret” elettorale e il “bar sport” proprio non li fa, gli sembrano “fuori dai binari” e non lo “soddisfano per niente”. Gli avevano detto “caro Bersani complimenti per la campagna immobile, scarpe con la para e telefoni silenziati” (Maurizio Crozza), “caro Bersani deve cominciare a insultare qualcuno” (Fiorello), “caro Bersani lei non dà mai un titolo, non detta l’agenda” (Massimo Gramellini).

18 GEN 2013

Nichi in porta (a sinistra) vale poco

Nichi Vendola va a “Piazzapulita” per “ragionare su come sbarrare la strada al ritorno di un repertorio di fantasmi”, ma qualcosa nell’aria dice che anche lui, il governatore pugliese, rischia di assomigliare sempre più al fantasma di se stesso. Doveva coprire a sinistra, Vendola, anche se Fausto Bertinotti si era dissociato dalla sua linea di sinistra che “sale sul treno” e anche se Pierluigi Bersani, in nome di una certezza (ora non così certa), aveva sopportato persino la frase “dovrai guadagnarti i miei voti”, detta da un Vendola capriccioso e perdente tra primo e secondo turno delle primarie.

16 GEN 2013

Si contenga, mi consenta

Non sarà la fine del mondo, ha detto Michele Santoro, citando Ligabue, nel video-editoriale di presentazione molto anticipata dell’arrivo di Silvio Berlusconi a “Servizio Pubblico” (video-editoriale in cui Santoro diceva anche che quest’anno Natale pareva Pasqua, vista la resurrezione di un Cav. che accetta il suo invito). Non sarà la fine del mondo, stasera, ma neanche “soltanto una trasmissione giornalistica”, come da settimane dice Santoro, con la modestia anche un po’ immodesta di chi chiama l’applauso con la successiva immediata esegesi dello sbarco del Cav. nello studio dei suoi cari nemici.

10 GEN 2013

L’Africa di Grillo

L’Africa di Beppe Grillo è già qui, è la savana psicologica dell’ex comico che rientra con mezzo piede nella pantofola da pensionato buttata nel rogo soltanto due settimane fa, quando si tuffava sulla folla nelle piazze della campagna-firme di Natale: dopo le elezioni “torno a fare teatro”, torno a “fare le mie cose”, sono uno che “si fa ammazzare per una battuta” e questo resto, ha detto Grillo con tono improvvisamente sommesso in quel di Udine, due sere fa, ripreso dagli attivisti e rilanciato in rete da “Byoblu” e dalla bacheca Facebook del primo dissidente espulso, Valentino Tavolazzi.

08 GEN 2013

La fase-due di Grillo si apre all’insegna del paternalismo morbido

E’ la sua fase-due e il Beppe Grillo da sfondamento deve farci i conti, tanto più che quel che è fatto è fatto: le parlamentarie-flop del M5s; il “fuori dalle palle” detto a chi non è d’accordo; i sogni di gloria resi meno trionfali dall’affollamento nel campo prima sgombro del populismo magico che ora sembra piacere molto pure al Cav. tornato in scena, non a caso a suo tempo “studioso” del Grillo da sconfiggere sparandole “più grosse delle sue”.

27 DIC 2012

Il Natale spaesato dei grillini che chiedono lumi sul candidato premier

“Hanno una paura fottuta dei cittadini normali”, urla Beppe Grillo durante le tappe del suo “massacro-tour”, giro in camper di comizi pro raccolta firme: cinque città al giorno, arringa reiterata, toni duri contro Mario Monti che “si è autosfiduciato” senza “passare dalle Camere” (Grillo legge Marco Travaglio) e contro chi sta con Monti “per il partito unico” delle banche. “Siamo l’ultimo treno” prima “di Alba Dorata”, dice l’ex comico in una sala di Crotone piena di uomini con cappellini da baseball, tutti plaudenti ed evidentemente disinteressati alla questione “democrazia interna” nel M5s, epurazioni e “fuori dalle palle” compresi.

22 DIC 2012

Un po’ Dallas un po’ Grillo, il ritorno del Cav. pop, televisivo e senza rete

Il Cav. che straripa dallo schermo e dice “La7 è contro di noi” mentre l’Agcom vara il regolamento per la par condicio e richiama al pluralismo. Il Cav. che parla come ai tempi dell’ormai leggendario “meno tasse per tutti”. Il Cav. che dice “tolgo l’Imu”, attaccando l’Europa. Il Cav. che mette in pratica la massima “per battere Beppe Grillo bisogna spararle più grosse di lui” (a Francesco Verderami, sul Corriere della Sera, tempo fa, disse che studiava attentamente i comizi dell’ex comico).

21 DIC 2012
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