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E’ sobrio e poco sentimentale, ecco perché amiamo così tanto l’Uruguay

Piccolo e dimesso, l’Uruguay da un secolo insegna calcio al mondo: non ha l’atteggiamento protervo degli argentini né l’enfasi malinconica e un po’ infantile dei brasiliani, non professa l’incultura di chi crede di dovere vincere a tutti i costi. La scorsa notte per disporre del Perù e accedere alla finale ci ha messo cinque minuti: all’8° della ripresa il solito Forlán tira di sinistro da fuori area, il portiere respinge ma non trattiene, il solito Suárez da due passi riprende. Leggi gli articoli e le rubriche foglianti sulla Copa America

21 LUG 2011

La Copeta - Argentina 2011

Gli dei del calcio si sono stufati, in Argentina è la rivincita dei poveri

Sarà l’affermazione della volontà di potenza di cui parla Hugo Chávez che con un Nietzsche in mano dal suo sito incoraggia la Nazionale del suo paese al grido di “venceremos venceremos”. O la forza di qualche elisir andino sconosciuto agli “stilisti milanesi moderni” come direbbe Elio. O un filtro d’amore visto che un ct ha detto, nemmeno troppo scherzando, che avrebbe schierato Zaira Nara, ex fidanzata di giocatore avversario così forte da dover essere distratto.

19 LUG 2011

La Copeta - Argentina 2011

Consigli per scommettere (poco) sulle prossime partite di Coppa America

Se Dio vuole abbiamo finito con la dieta da casa di cura, formaggini e prosciutto cotto. Da oggi alici fritte e pane e mortadella: è una rude battaglia che si annuncia perché chi perde esce e chi vince va avanti. Gli accoppiamenti per i quarti dicono: Argentina-Uruguay, Brasile-Paraguay, Cile-Venezuela e Colombia-Perù. Si prende atto dell’esistenza in vita di Argentina e Brasile, ma le squadre che hanno impressionato di più restano Cile e Colombia.

18 LUG 2011

Messi si è fatto Xavi, e Pigi Battista si è messo ad allenare il Perù

E’ tornato il fanciullo divino. Anche lui, prima del fischio d’inizio, si fa più volte il segno della croce, a tradire l’angoscia. Anche questa volta canticchia un po’ spaesato l’inno nazionale che tra l’altro non fila del tutto liscio, la musica va e viene e il cantante canta a cappella. Comunque è tornato. Con un’altra maglia e un altro numero: Messi si è fatto Xavi, ha scritto il Paìs. Deve essersi stancato anche lui di essere Leo, misterioso oggetto di studio e di inquietudine.

14 LUG 2011

Solo la Copa America poteva trasformare le loffiette in gol fe-no-me-na-li

Radamel Garcia Zarate, che il padre volle chiamare “Falcao” come il suo idolo, è anche atleta di Cristo: ha come si dice gli agganci giusti. Al 20’ disegna una virgola celeste: taglio e finta, movimento a rientrare largo e curvilineo, scatto imprendibile,  difesa avversaria lasciata sul posto e lui che si presenta davanti al portiere che nulla può. Un quarticello dopo, galoppata di Armero, uno dei migliori esterni bassi della serie A e della Coppa, dalla difesa fino all’area di rigore.

12 LUG 2011

In Argentina è quasi lutto nazionale, in Costarica quasi non ci credono

L’avvenente tanguera è sempre più confusa e nevrotica. Leo Messi sempre più triste. A dieci minuti dalla fine calcia una punizione. Compagni pronti ad avventarsi, avversari preoccupati, folla in religioso silenzio. Palla al cielo. Poco prima nel tentativo di dribblare anche se stesso si era incartato, cadendo rovinosamente a terra. Per lui è “el crudo invierno”, come scrivono i giornali spagnoli.

08 LUG 2011

Haute couture Moratti

Freddy Guarin e Radamel “Falcao” Garcia Zarate, sono gioielli del Porto di Villas-Boas. Costano, è vero, ma quando mai l’augusta Maison ha fatto questione di soldi? E poi Falcao è cattolico praticante, addirittura atleta di Cristo.

08 LUG 2011

Premiata jeanseria Lotito

Campbell è un mancino naturale di 19 anni, mostruosamente dotato di potenza e tecnica. Non si capisce cosa faccia ancora nel suo paese. Heiner Mora è un difensore che sbuca da ogni dove. Di anni ne ha 27. Non è possibile che sia sfuggito non a uno ma a ben quattro come,  in rigoroso ordine alfabetico, Campedelli, Lotito, Pozzo e Zamparini.

08 LUG 2011

Il celeste pallido dell’Uruguay e il micidiale 1-2 del Cile in sei minuti

E’ finita la prima giornata. Si conferma l’appannamento, chiamiamolo così, delle teste di serie. Dopo Argentina e Brasile, anche l’Uruguay sembra indossare un punto di celeste più pallido del Mondiale 2010 in Sudafrica. Continua la maledizione dei cosiddetti numero uno. Lontano dalle città dove evolvono normalmente e dall’idolatria di tifoserie che scaldano cuore e muscoli per tutto l’anno, balbettano, sono l’ombra di se stessi.

05 LUG 2011

E’ una Coppa talmente avvincente che per la prima volta ho dormito

Confesso che alla quarta partita per la prima volta in vita mia mi sono addormentato secco. Accade che squadroni strombazzati – e forse sopravvalutati – giochino a sprazzi e senza genio. E che le tozze s’arrocchino, puntando alle caviglie e rinunciando a tirare in porta per interi quarti d’ora. Accade che attacchi da tre, quattrocento milioni di euro s’incartino come pupi dentro imbuti da cui nemmeno Garrincha o Pedernera sarebbero usciti vivi palla al piede. Pare che sia perché solo quattro squadre vengono eliminate in questa fase e due sembrano predestinate.

04 LUG 2011
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