In Argentina è quasi lutto nazionale, in Costarica quasi non ci credono

Lanfranco Pace

L'avvenente tanguera è sempre più confusa e nevrotica. Leo Messi sempre più triste. A dieci minuti dalla fine calcia una punizione. Compagni pronti ad avventarsi, avversari preoccupati, folla in religioso silenzio. Palla al cielo. Poco prima nel tentativo di dribblare anche se stesso si era incartato, cadendo rovinosamente a terra. Per lui è “el crudo invierno”, come scrivono i giornali spagnoli.

    Anche le classifiche non sono più quelle di una volta. Quella del gruppo A dopo due giornate, 4-3-2-1, disegna un attruppamento senza certezze. Tutto è possibile. Anche l'impensabile: che “Argentina 2011” vada avanti senza l'Argentina.

    GRUPPO A. Argentina-Colombia: 0-0. Arbitro: Fagundes (Brasile).

    L'avvenente tanguera è sempre più confusa e nevrotica. Leo Messi sempre più triste. A dieci minuti dalla fine calcia una punizione. Compagni pronti ad avventarsi, avversari preoccupati, folla in religioso silenzio. Palla al cielo. Poco prima nel tentativo di dribblare anche se stesso si era incartato, cadendo rovinosamente a terra. Per lui è “el crudo invierno”, come scrivono i giornali spagnoli. Il padre è in tribuna, è come il figlio, appena più robusto. La telecamera coglie sguardi che si incrociano perplessi. Non c'è invece il padre di Lavezzi: non ha visto il figlio liberarsi per la prima volta dal suo marcatore alla mezz'ora di gioco. Né risulta la presenza della madre di Tévez: avrebbe faticato non poco a riconoscere il suo Carlos.
    Sono sicuro che non c'è la moglie di Sergio Batista: gli avrebbe fatto un culo tanto, perché non s'è mai visto un allenatore così stolto da far entrare punte su punte quando i problemi sono indietro e in mezzo al campo. Ha detto che avrebbe schierato lo stesso tridente della partita inaugurale perché “i tre meritano una seconda chance”. E li ha schierati nello stesso modo, Tévez e Lavezzi larghi, Messi prima punta al centro. E' il Barcellona senza Pedro a destra, senza Villa a sinistra e senza quei due mostri di Xavi e Iniesta dietro Messi: è un panino con la frittata senza pane e senza frittata. Continua a non giocare Javier Pastore che sarà pure esile ma qualche buona idea ogni tanto ce l'ha. Né Di Maria che è un'ala vera e veloce. A onor del vero ha fatto entrare Fernando Gago e proprio dai piedi del centrocampista che il Real Madrid tiene pigramente in panchina è partito qualche lancio decente. Non basta per pretendere di vincere. Come non basta l'orgoglio smisurato di capitan Zanetti, commovente nel suo rincorrere e sbuffare fino alla fine. Il centrocampo è da ripensare, la difesa un dramma. Giusto per dare un'idea: liscio d'antologia di Gaby Milito, fratello dell'altro, portiere costretto a uscire da ussaro e a fare fallo in area, arbitro che applica la norma del vantaggio perché la palla è sui piedi di Dayro Mauricio Moreno, il quale anziché calciare nella porta vuota acconcia un tavolino da pic-nic e s'abbuffa. A due minuti dalla fine il liscio è di Burdisso: l'appena entrato Teòfilo “Teo” Gutiérrez, commosso, spara malamente sul portiere Romero, che sarà il migliore in campo dei suoi. La Colombia ha messo una seria opzione sul primo posto. E' tosta, organizzata, ha tecnica e velocità, un'eccellente difesa attorno a Mario Yepes, un centrocampo in cui eccelle Freddy Guarìn. In attacco Falcao non è solo bravo in area piccola: fa da boa, fa assist e pressing. Batista non sgrana rosari come Maradona, anzi ogni due per tre bestemmia. Non ha nemmeno il suo stesso sarto. Malgrado ciò l'Argentina va di male in peggio: deve vincere assolutamente con il Costarica se non vuole che venga indetto un mese di lutto nazionale.

    GRUPPO A. Costarica-Bolivia: 2-0. Reti: Martinez 14' st, Campbell 33' st. Arbitro: Carlos Alfredo Vera.

    Nel primo tempo in campo c'è una sola squadra, la Bolivia. Sfiora il vantaggio al 12' con Martins, al 22' con Arce e al 42' ancora con Martins. Non rischia mai nulla. I giocatori del Costarica sono agli abbonati assenti. Una volta negli spogliatoi è probabile che si siano fatti un doppio ristretto di Jamaican Blue Mountain che viene prodotto dalle loro parti ed è il caffè più forte e più aromatico del mondo. Oppure un ammazzacaffè. O semplicemente sono stati presi a sberle dal mister La Volpe, che è volpe di nome e di fatto. Al ritorno in campo, un altro “partido”. Gioco veloce sulle fasce, cambi di fronte, aperture che tagliano la difesa boliviana, Joel Campbell e Heiner Mora fanno sfracelli per ogni dove. Bilancio: due gol, un palo, una traversa, un rigore parato, ripreso e parato di nuovo da un miracoloso Arias, azioni in serie, due giocatori boliviani espulsi. Il Costarica ha sostituito all'ultimo minuto il Giappone devastato dal sisma e ha mandato baby e under 22 a farsi le ossa. Hanno dedicato la vittoria a un compagno morto in un incidente. Non hanno nulla da perdere: giocano per divertirsi e stupire.
     

    • Lanfranco Pace
    • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.