La Copeta - Argentina 2011

Consigli per scommettere (poco) sulle prossime partite di Coppa America

Lanfranco Pace

Se Dio vuole abbiamo finito con la dieta da casa di cura, formaggini e prosciutto cotto. Da oggi alici fritte e pane e mortadella: è una rude battaglia che si annuncia perché chi perde esce e chi vince va avanti. Gli accoppiamenti per i quarti dicono: Argentina-Uruguay, Brasile-Paraguay, Cile-Venezuela e Colombia-Perù. Si prende atto dell'esistenza in vita di Argentina e Brasile, ma le squadre che hanno impressionato di più restano Cile e Colombia.

    Se Dio vuole abbiamo finito con la dieta da casa di cura, formaggini e prosciutto cotto. Da oggi alici fritte e pane e mortadella: è una rude battaglia che si annuncia perché chi perde esce e chi vince va avanti. Gli accoppiamenti per i quarti dicono: Argentina-Uruguay, Brasile-Paraguay, Cile-Venezuela e Colombia-Perù. Si prende atto dell'esistenza in vita di Argentina e Brasile, ma le squadre che hanno impressionato di più restano Cile e Colombia. Il primo ha un gioco brillante e veloce, a un tocco di palla, massimo due. La Colombia è “forza tranquilla”, difesa italiana e quindi inviolata, centrocampo di lotta e di governo e in avanti quel signor Falcao che al momento è probabilmente il migliore attaccante del mondo.

    Il pronostico dice quattro vittorie, di Argentina Brasile Cile e Colombia, in ogni caso è questa la martingala che giocherei con ragione e senza eccessive speranze di lucro. Non so cosa farebbero gli amici qui sotto, O'Malley e Paladoro, non so mai. A volerla fare strana – e un po' avida – si può scommettere invece sul Paraguay: non vince e non perde dal Ventesimo secolo, ma basta un ennesimo pareggio e poi calciare in modo magistrale i rigori per far fuori avversari ben più titolati. Comunque l'ultima giornata del gruppo B ci ha già avvicinato in spirito ai quarti: una partita così pazza come Paraguay-Venezuela non s'era ancora vista. Anche il Brasile non ha scherzato quanto a follia.

    GRUPPO B. Paraguay-Venezuela: 3-3. Reti: Rondon (V) 5' pt, Alcaraz (P) 39' pt, Barrios (P) 24' st, Riveros (P) 40' st, Miku (V) 45' st, Perozo (V) 93' st. Arbitro: Osses (Cile)

    Farias, l'allenatore del Venezuela, è bruno, giovane, e piuttosto bell'uomo. Malgrado il freddo se ne sta senza cappotto, in giacca cravatta e guanti neri. Protegge le mani dicono perché spesso e volentieri le sbatte sul tavolo della conferenza stampa. E' un incazzoso dunque, un fighterman che ha trasmesso ai suoi la stessa filosofia. Così, quando dopo essere passati in vantaggio e aver largamente dominato per tutta la partita, questi si sono inopinatamente ritrovati sotto per 3 a 1 a pochi minuti dalla fine, per via di tre palle insulse, un rimbalzo a flipper, un gol de panza e uno di testa tutti su palla inattiva, quando tutto insomma sembrava perso i vino tinto si sono avventati todos los cojones di fuori e in due minuti pazzeschi hanno pareggiato. Per dire il portiere Vega, marcantonio ispirato, è salito in attacco e di testa ha piazzato un assist per il compagno Perozo che ha infilato da due passi. E' il calcio che tanto piace agli inglesi. E pensare che su Internet c'è pure chi si è permesso di parlare di “limpido biscottone”. In conferenza stampa Farias ha per l'appunto sbattuto i pugni sul tavolo, non smetterà mai di lottare: non sarà facile fargli pipì in testa.

    GRUPPO B: Brasile-Ecuador: 4-2. Reti: Pato (B) 28' pt, Caicedo (E) 38' pt, Neymar (B) 4' st, Caicedo (E) 14' st, Pato (B) 16' st, Neymar (B) 27' st. Arbitro: Silvera (Uruguay)

    Uno che proprio non sbraita mai, non incita e nemmeno esulta troppo è Mano Menezes che sembra un ministro del Commercio estero. Il suo Brasile continua a essere abbastanza farraginoso e a tratti lezioso, con quelli davanti che invece di allargare convergono sempre al centro e come vedono un imbuto ci si infilano per ballare senza tenere conto che a contrastarli ci sono difensori con gambe come tronchi d'albero. Non ci fosse stato un Maicon improvvisamente risorto e devastante sulla fascia destra sarebbero stati dolori. André Santos, l'altro terzino, che quando difende è un'incognita permanente ma va molto meglio quando attacca, al 28' pennella un cross teso, perfetto: Pato si avventa e colpisce di testa, forte e preciso all'incrocio. Passano dieci minuti e Caicedo, lento ma un vero armadio, da fuori fa partire un tiro che non sembra irresistibile ma passa sotto le braccia di Julio Cesar: è la prima papera in una serata che a suo stesso dire è da 2 in pagella. All'inizio del secondo tempo, Ganso, trotterellando, verticalizza in area per Neymar che finalmente si sblocca e canna nel sette. Dieci minuti dopo ancora Caicedo, ancora difesa in bambola e ancora papera del portiere del Brasile. Che ripassa in vantaggio prima con Pato e poi con Neymar che su incursione devastante di Maicon segna il definitivo 4 a 2. Che dire in fondo era solo l'Ecuador. L'attacco verdeoro dà segni intermittenti di risveglio, ma la difesa è sempre più preoccupante, quattro gol incassati in due partite quando si hanno centrali come Lucio e Thiago Silva è davvero una performance. Se non si svegliano, si possono solo immaginare i guasti che potrebbero fare l'incontenibile Estigarribia e quel Barrios che ha portato il Borussia di Dortmund a vincere in Bundesliga. E Menezes sorride. Sorride sempre.

    • Lanfranco Pace
    • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.