• Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
Il Foglio
  • Abbonati
  • Il Foglio AI
  • La guerra in Ucraina
  • Medio oriente
  • Podcast
  • Editoriali
  • Leggi il Foglio
  • Newsletter
  • Lettere al direttore
Il Foglio
  • Politica
  • Esteri
  • Chiesa
  • Bioetica e diritti
  • Giustizia
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Salute
  • Scuola
  • Cinema
  • Scienza
Abbonati
Leggi il foglio
  • Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
  • Gran Milano
  • Roma Capoccia
  • Il Foglio europeo
  • Un Foglio internazionale
  • Terrazzo
  • Una Fogliata di Libri
  • Il Figlio
  • Mobilità
  • Agrifoglio
  • Rubriche
  • Conosci i foglianti
  • Lettere al direttore
  • Le vignette di Makkox
  • Gli articoli del direttore
  • Gli articoli di Giuliano Ferrara
  • Il Foglio Arte
  • Il Foglio della Moda
  • Podcast
  • Editoriali
  • Iscriviti alle newsletter
  • Stage al Foglio
Conosci i foglianti
  • 1
  • ...
  • 204
  • 205
  • 206
  • ...
  • 210

Spettri di regime

Metti il piedino in acqua per sentire se è fredda, togli il piede dall’acqua, mettilo dentro di nuovo. Il maresciallo di campo Tantawi sonda se può candidarsi al posto di prossimo presidente dopo Mubarak, anche se già ora è l’uomo più potente del paese perché presiede il Consiglio supremo delle Forze armate, il gruppo di quaranta generali a cui è stato affidato il controllo amministrativo dell’Egitto dopo la rivoluzione del 25 gennaio.

06 NOV 2011

Voti e offensive militari

Diplomazia unilaterale e missili. L’inverno arabo piomba su Israele

I palestinesi di Ramallah procedono con la loro campagna di diplomazia unilaterale, i palestinesi di Gaza – o meglio: la leadership – sceglie di procedere con le bombe. Ieri a Parigi l’Unesco, il braccio culturale delle Nazioni Unite, ha riconosciuto in mezzo a un’ovazione generale dei delegati – 107 a favore, 14 contro tra cui gli americani, gli italiani si sono astenuti – lo stato di Palestina. Un passo che è solamente simbolico dal punto di vista politico ma di buon auspicio per la battaglia cominciata a settembre a New York dal leader dell’Anp, Abu Mazen, per avere un seggio alle Nazioni Unite.

01 NOV 2011

Pessimi segnali dal Cairo

L’Egitto governato dal Consiglio militare cammina a piccoli passi verso la dittatura. I soldati sono ancora amati da una parte forse maggioritaria della popolazione, perché sono considerati la sola barriera possibile contro l’anarchia – “Il Cairo è un mostro incontrollabile da 18 milioni di abitanti, che succede se scoppia la violenza? La Libia sarebbe uno scherzo a confronto”, è l’argomento condivisibile dei sostenitori.

30 OTT 2011

Piano con l’effetto Libia a Damasco

Giovedì i clacson strombazzavano in festa per le vie del Cairo, suonavano, cioè, più di quanto già non facciano giorno e notte seguendo accenti e sincopi demenziali. La festa per la fine di Gheddafi è un avvertimento truce ai dittatori che resistono, Bashar el Assad in Siria e Ali Abdullah Saleh in Yemen: quanto più la reazione contro le proteste è violenta tanto più la fine diventa terribile. “Vorrei essere a casa Assad oggi per sentire di cosa parlano a colazione”, è la malevolenza più facile da raccogliere in giro. Le elezioni di Tunisi, domani, diventano il traguardo concreto a cui aspirare. Leggi Le pretese dinastiche di un liberatore che non conosceva la libertà di Alessandro Giuli - Leggi Onore e armi in pugno. Come sanno morire i nostri nemici, nessuno di Pietrangelo Buttafuoco

22 OTT 2011

Morte di un colonnello

Gheddafi finisce sotto i droni di Obama (e i libici fanno il resto)

Al momento finale, sembra che tutto l’apparato di sorveglianza straniero intento a dare la caccia a Gheddafi si sia volatilizzato e abbiano fatto tutto gli insorti libici da soli. Leggi L'uomo che ha annunciato la morte di Gheddafi (cominciamo male) di The Tank - Leggi Le reazioni del mondo alla morte del colonnello Gheddafi - Leggi tutti gli articoli del Foglio sulla guerra in Libia

20 OTT 2011

Le fasi dello scambio

A lato del negoziato per Shalit, Hamas tratta per tornare a casa in Egitto

Hamas molla Damasco e torna alle origini egiziane. Tra i tanti accordi sottobanco che assieme fanno il negoziato per la restituzione del soldato israeliano Gilad Shalit in cambio di mille prigionieri palestinesi, c’è anche un nuovo patto tra l’Egitto e Hamas. Il governo del Cairo ha promesso al gruppo di Gaza, o meglio, alla sua leadership in esilio pericolante in Siria, la possibilità di trasferirsi nella capitale egiziana in cambio di flessibilità nelle trattative appena concluse con Israele.

18 OTT 2011

Checkpoint Cairo

Kristen Chick è corrispondente per il Christian Science Monitor, è appena tornata da Gaza, dove “in un anno non è cambiato nulla, soltanto le bandiere verdi di Hamas sono più sbiadite e più lacere e sì, un’altra cosa è cambiata: la popolazione non ne può davvero più del Partito islamico palestinese”. Ragioni pratiche: l’amministrazione è una delle peggiori che ricordano, anche perché si porta via con le tasse più della metà dei guadagni di ogni famiglia e non offre lo stesso livello di prosperità dei vicini che abitano nella Cisgiordania sotto il controllo dell’Anp.

16 OTT 2011

Inganno di stato

I media vicini ai militari egiziani rimuovono la strage di cristiani

La donna telefona alla tv di stato, dice che offre solidarietà all’esercito e le condoglianze al generale Tantawi per la perdita dei suoi uomini. E’ il colmo per l’Egitto dove domenica sera i militari hanno esagerato con la repressione e ora tentano di coprire con distorsioni e balle la strage di 24 manifestanti copti disarmati. Questione centrale: non si sa ancora davvero quanti soldati siano morti domenica sera. Sono passati tre giorni, ma il numero dei soldati caduti negli scontri, sbandierato come giustificazione della reazione brutale, è incerto.

12 OTT 2011

Com’è andato il golpe islamista in Egitto che ora imbarazza Obama

I ragazzini copti tirano le pietre e si fanno il segno della croce, tirano altre pietre e fanno un altro segno della croce. Credono tutti, i copti della grande processione di domenica sera, con i preti con le stole, le croci illuminate dalle lampadine e lo striscione bianco “martiri a richiesta”, che l’unico attacco sia   quello di benvenuto che subiscono appena varcati i confini di Shoubra, uno dei quartieri in cui sono maggioranza. Piovono sassi da sopra il cavalcavia, loro rispondono, poi nient’altro.

10 OTT 2011

Ecco quel che ci disse la neo Nobel Karman nella piazza yemenita

E’ febbraio, a Sana’a, capitale dello Yemen. La folla si ferma, gli uomini sono perplessi, perché gli studenti della rivoluzione hanno deciso di dare alle cose un tocco di modernità altrimenti non vale la pena farle: invitano a parlare sopra il palco montato con quattro tubi e un po’ di legno anche le studentesse. Le ragazze, coperte di nero dai capelli alla punta dei piedi volto incluso, poco abituate a parlare a un maschio per strada passano la tracolla dell’altoparlante sopra la testa e sopra la veste, fanno un paio di tentativi a vuoto, esitano, hanno il tremolio nella voce, la piazza davanti sembra un deserto. Leggi il racconto di Karman a Sana'a

07 OTT 2011
  • 1
  • ...
  • 204
  • 205
  • 206
  • ...
  • 210
Il Foglio
  • Privacy Policy
  • Contatti
  • Pubblicità
  • FAQ - Domande e risposte
  • RSS
  • Termini di utilizzo
  • Change privacy settings
Torna All’inizio